10 miliardi per Kyiv: L’impennata del sostegno internazionale
ukraine

2026-05-11 19:50:45
"Kiev non è sola".
Sergio Mattarella
chiude così la prima giornata della Quarta conferenza sulla
ricostruzione dell’Ucraina
. "L’Europa è chiamata a ribadire la volontà di sviluppare un mondo libero contro le volontà di sopraffazione". Le parole del capo dello Stato sono il coronamento dell’iniziativa che si svolge a Roma. Alla Nuvola – dove ieri sono arrivati più di 8000 partecipanti, circa 100 delegazioni, 40 organizzazioni internazionali e 2000 rappresentanti di aziende (500 italiane) – il governo di
Giorgia Meloni
registra un successo politico che si riflette solo in parte nel sostegno concreto. L’Occidente, almeno formalmente è tornato unito, e questo è una vittoria sia per
Volodymyr Zelensky
che per la sua ospite.
Tutti sono concordi nel sostenere il cammino di ripresa del Paese e di adesione alla Ue. Sembrano storia di ieri alcuni momenti di tensione tra partner europei. L’assemblea romana e la riunione dei volenterosi in Gran Bretagna a Northwood parlano la stessa lingua, s’incontrano anche se in videoconferenza, e la determinazione è identica. Con Kiev senza se e senza ma, fino alla fine: "Saremo sempre al fianco dell’Ucraina, per tutto il tempo necessario", avverte
Ursula von der Leyen
, che qui a Roma ha visto respingere la mozione di censura dell’estrema destra nell’Europarlamento. "Per arrivare alla pace bisogna continuare a sostenere Kiev e rafforzare le sanzioni a Mosca", le fa eco Giorgia Meloni. Che aggiunge: "È fallito il piano russo di piegare gli ucraini con il freddo, la fame e la paura". E annuncia che l’Italia ha assunto il patronato di Odessa e ne restaurerà il patrimonio culturale, dalla cattedrale al Museo delle Belle arti.
Quando dalle parole altisonanti si passa ai soldi, l’orizzonte appare meno brillante. L’impegno finanziario delle delegazioni accorse a Roma ruota attorno ai 10 miliardi di euro: "Le garanzie e le sovvenzioni che stiamo firmando consentiranno di sbloccare oltre 10 miliardi – spiega von der Leyen – Garantiremo inoltre che l’Ucraina continui a beneficiare di sostegno fino al 2028 e oltre, quando entrerà in vigore il nuovo bilancio europeo". E poi ufficializza la costituzione del Fondo Europeo per la ricostruzione dell’Ucraina "il più grande fondo di partecipazione azionaria a livello mondiale". Sono meno dei 16miliardi e mezzo messi in campo dall’edizione di Berlino dell’anno scorso, che erano già pochissimi rispetto ai 60 miliardi l’anno precedente a Londra. La somma raccolta qui sale a 15 miliardi se si considerano i contratti firmati dagli investitori i privati, il vero obiettivo di questa kermesse. La premier ottimista ricorda i giorni gloriosi del boom italiano nel dopoguerra, ma per il momento con 15 miliardi degli oltre 500 necessari c’è poco da brindare. Non è certo quel piano Marshall che permise la ripresa dell’Italia sconfitta, che reclama Zelensky: "Quello che serve è un piano di recupero e di resilienza chiaro. Un po’ come il piano Marshall, che ha trasformato l’Europa qualche tempo fa". I soldi scarseggiano, Kiev in compenso incassa dagli alleati impegni sulle forniture di armi. Per Mosca basta e avanza per denunciare l’arrembaggi: la sua ambasciata in Italia definisce l’appuntamento una manifestazione "di brama di dominio, avidità e ingordigia", da parte dei "leader dei paesi occidentali, Italia compresa", accusati di "distorcere qualunque realtà".
A conti fatti, il bilancio della premier è positivo. I sospetti causati dal suo viaggio a Washington sembrano fugati. Mattarella considera l’inquilina di Palazzo Chigi rientrata all’ovile. Bruxelles e le principali capitali europee sono tornate a giudicarla del tutto affidabile. A tornare sui suoi passi è stato anche l’imprevedibile presidente americano: significativa la presenza dell’inviato speciale Usa, Keith Kellogg. Certo: Giorgia continua a stare in mezzo ogni volta che è possibile ma ora sa che, messa con le spalle al muro, non può che scegliere l’Europa. L’ultima traccia dell’antico sovranismo se n’è andata.
