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L’arte della devozione: oro, avorio e seta raccontano la spiritualità

mostre

2026-06-04 21:28:27

‘D’oro e d’avorio, di seta e d’argento. Doni preziosi sulle vie della Fede’. Questo il titolo della mostra nata da un’idea progettuale dell’associazione Firmafede, che da questo pomeriggio, a partire dalle 18, e sino al prossimo 2 novembre, sarà visitabile al Museo Diocesano. Sviluppata con la collaborazione ed il sostegno della Diocesi e della Fondazione InCaSa e con il patrocinio del Comune di Sarzana, la mostra impreziosita dalle donazioni di privati si ripropone di coniugare la dimensione devozionale delle opere esposte alla loro pregevolezza estetica, offrendo una doppia chiave di lettura. Valorizzare un patrimonio artistico e liturgico in larga parte inedito e interpretare il dono come manifestazione della Fede, ma anche come segno di un’ appartenenza e di una memoria comunitaria.

Reliquiari, paramenti sacri, vari oggetti devozionali ma anche dipinti e sculture: manufatti accomunati dal destino di avere incarnato – nel corso dei secoli – la spiritualità del popolo dei fedeli ed il gusto della committenza religiosa e che si configurano oggi come testimonianze di una cultura dalle radici profonde e di una tradizione viva. Ma, come ricordato dal presidente dell’associazione Firmafede, Paolo Bufano, "scopo della mostra è anche accompagnare la gioia dell’anno giubilare in nome del Papa sarzanese Nicolò V, che indisse 575 anni fa il sesto Giubileo ordinario della Chiesa nel segno della misericordia, ma anche di quell’Umanesimo cristiano per la cui intuizione culturale profetica Tommaso Parentucelli è universalmente celebrato". "Siamo nell’anno santo della speranza e l’arte è uno strumento di speranza – aggiunge il vescovo Luigi Ernesto Palletti -. Ci permette di fare memoria attiva e tramandare. La speranza è dinamica e ci fa capire come ogni lavoro artistico è un capolavoro, poiché possiede un valore che supera quello tecnico dell’opera".

Ad illustrare nel dettaglio il materiale compreso nel percorso espositivo è stata invece la direttrice del Museo Diocesano, Barbara Sisti: "Ci sono opere già conosciute e altre prestate dalle famiglie sarzanesi. Un ringraziamento doveroso va a don Cesare Giani, elemento cardine per avere i due famosissimi cofanetti d’avorio. I pannelli iniziali raccontano il Giubileo e la storia di Papa Nicolò V, ma anche il pellegrinaggio verso Roma con la prima figura che è San Rocco. Il tema delle reliquie fa parte sia del tema del viaggio dell’oggetto che della fede". Preziosità straordinarie quelle presenti nella mostra – non a caso intitolata ‘D’oro, d’avorio, d’argento e di seta’. "Nei doni esposti – prosegue la direttrice del Museo – abbiamo voluto riproporre il calice e i doni dei due cardinali sarzanesi, coinvolgendo l’intero percorso museale. Al piano superiore due croci processuali reliquiarie in argento. Tra gli arrivi importantissimi la tavoletta del viaggio, della fede e dell’arrivo. Si tratta dell’arrivo della navicella senza nocchiere con il Preziosissimo Sangue al porto di Luni".

La mostra che da oggi sarà fruibile dal giovedì alla domenica dalle 18.30 alle 22.30 (almeno per quanto riguarda i mesi estivi), dalla prossima settimana si integrerà anche delle visite guidate. C’è di più: con cadenza settimanale sarà possibile anche effettuare la visita al seminario.

Elena Sacchelli

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