Scuola: Cala la dispersione, ma il divario Nord-Sud resta
notizia

2025-02-10 17:25:09
Alla presenza del
ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara
, del presidente
dell’Invalsi Roberto Ricci
e della
responsabile delle Rilevazioni nazionali Alessia Mattei
, è stato presentato, nell’Aula dei gruppi parlamentari della Camera dei deputati,
il Rapporto nazionale Invalsi 2025.
Quest’anno le prove hanno coinvolto circa
11.500 scuole per un totale di oltre 960.000 alunne e alunni
della scuola primaria (classe II e classe V), circa 550.000 allieve e allievi della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti e studentesse della scuola secondaria di secondo grado.
Le rilevazioni Invalsi
2025 hanno potuto confermare un dato recentemente reso pubblico da Istat
: un significativo
calo della dispersione scolastica Elet
(in base alla definizione ufficiale adottata dalla Ue, si tratta dei 18-24enni che non hanno conseguito un diploma di scuola secondaria di secondo grado e che non sono in formazione), passando dal 12,7% del 2021
e raggiungendo e superandolo al ribasso l’obiettivo del 10,2% fissato dal Pnrr per il 2026
con un anno di anticipo. E’ un risultato di grande rilievo, che rappresenta un successo per il sistema educativo italiano. Ancora più incoraggiante è la prospettiva di
raggiungere entro il 2030 anche il target europeo del 9% di abbandono scolastico precoce, obiettivo che ora appare pienamente alla portata del Paese.
"
La sfida dei prossimi anni sarà garantire che
l’ampliamento della partecipazione scolastica si traduca anche in un miglioramento degli apprendimenti per tutti,
assicurando equità, qualità e inclusione come pilastri fondamentali del sistema educativo italiano
",
afferma il presidente di Invalsi
Roberto Ricci.
Il significato di questo risultato va oltre la semplice riduzione numerica: sempre meno giovani lasciano la scuola anzitempo,
e un numero crescente di studenti riesce a conseguire un diploma o a proseguire in percorsi di istruzione e formazione, con ricadute positive sull’equità sociale, sull’occupazione e sulla coesione territoriale.
In
II primaria,
dal 2024 al 2025, si registra
una lieve diminuzione della quota di alunni e alunne che raggiunge almeno il livello base previsto in Italiano
(66% nel 2025; 67% nel 2024), mentre in Matematica si osserva la stessa quota percentuale dell’anno scorso (67% nel 2025; 67% nel 2024).
In
V primaria,
la situazione si inverte: in Italiano si registra
la stessa quota di allieve e di allievi che raggiunge il livello base
(75% nel 2025; 75% nel 2024) mentre
in Matematica si registra una flessione
(66% nel 2025; 68% nel 2024) nella quota di allievi e allieve che raggiunge il livello base, riattestandosi alla percentuale registrata nel 2022.
Anche per quanto riguarda
l’Inglese,
nella prova di Reading è da segnalare una contrazione (91% nel 2025; 95% nel 2024), mentre nella prova di Listening
la quota di alunne e alunni che raggiunge il prescritto livello A1 del QCER
si mantiene stabile (86% nel 2025; 86% nel 2024).
Alla fine delle scuole medie, in Italiano, a fronte di un 62% di allievi che mostrano competenze almeno adeguate nel Centro-Nord,
nel Mezzogiorno la percentuale
scende in modo rilevante e nel Sud
(in particolare Calabria, Sicilia e Sardegna)
meno della metà
di coloro che acquisiscono la licenza media accede alle superiori con competenze adeguate.
Al sud nemmeno la metà degli allievi esce dal I ciclo d’istruzione con competenze adeguate in Matematica
. Nel caso dell’area Sud e Isole solo 4 allievi su 10.
"
La
matematica rappresenta una vera e propria sfida
: Sembra intravedersi una questione specifica sull’insegnamento e l’apprendimento della matematica, ossia la necessità di allargare in modo generalizzato la quota di allievi e allieve che ottengono buoni risultati
", fa notare il presidente di Invalsi, Roberto Ricci.
Per quanto riguarda
l’inglese, in terza media per la prima volta dal 2018 almeno la metà degli studenti e delle studentesse raggiunge l’A2
in entrambe le competenze ricettive in tutto il territorio nazionale. Gli esiti di entrambe le prove di Inglese sono in costante crescita, in tutti i territori. Tuttavia, là dove si riscontrano situazioni maggiormente complesse si evidenziano forti differenze di esiti tra allievi molto bravi e coloro che conseguono risultati più modesti.
La
popolazione di origine immigrata consegue risultati medi più elevati di quella autoctona
, soprattutto nella prova di ascolto. Lo studio rileva che
al termine del I ciclo d’istruzione gli allievi in condizioni di fragilità sono in calo
nel tempo ma che tuttavia, l’indicatore è trascinato soprattutto dai buoni risultati d’Inglese.
L’Invalsi rileva inoltre una
“sfida eccellenza”
: a fronte di una sostanziale tenuta degli esiti degli allievi più fragili,
emerge infatti un calo delle eccellenze
. Per questo, secondo i ricercatori dell’Istituto,
serve una nuova linea di intervento per sostenere gli allievi con risultati migliori
, soprattutto dove ce ne sono meno.
