**"Superman è umano: la recensione che lo svela"**
superuomo

2025-02-15 02:26:33
ROMA – Dimenticate l’icona da locandina che non sbaglia mai un colpo: il Superman di James Gunn è diverso. Cosa succede se l’essere più potente del mondo non vuole dominare, ma comprendere? Se invece di salvare tutti dall’alto, decide di camminare in mezzo agli altri? E se, pur sapendo di essere nato per distruggere, sceglie …
ROMA – Dimenticate l’icona da locandina che non sbaglia mai un colpo: il
Superman
di James Gunn è diverso. Cosa succede se l’essere più potente del mondo non vuole dominare, ma comprendere? Se invece di salvare tutti dall’alto, decide di camminare in mezzo agli altri? E se, pur sapendo di essere nato per distruggere, sceglie comunque di proteggere?
È da qui che parte questo nuovo inizio. Una storia che mescola il grande spettacolo alla verità più intima. Che diverte, emoziona, commuove. Ma soprattutto, accarezza. Perché
Superman
è – più che un film di supereroi – una carezza. Una riflessione profonda, eppure leggera, su chi siamo e chi scegliamo di essere. David Corenswet è perfetto nei panni del Big Blue: gentile, incerto, trasparente. Mai rigido, mai calcolato. A tratti ingenuo, spesso dubbioso, ma sempre sincero. Paradossalmente, la sua forza non è nei pugni, ma nello sguardo. Nella tenerezza con cui si lascia attraversare dalle domande più semplici:
chi sono?
,
perché sono qui?
,
che persona voglio essere?
Accanto a lui, Lois Lane, interpretata da Rachel Brosnahan, è tutto ciò che ci si aspetta e qualcosa in più: brillante, diretta, acuta, ma mai cinica. È il ponte tra la verità e il mondo, la persona che guarda in faccia il pericolo ma non smette mai di credere nell’umanità. La chimica tra i due è sincera, costruita su rispetto, tensione, fiducia. E poi c’è Lex Luthor, forse la sorpresa più affascinante del film. Nicholas Hoult lo interpreta con freddezza e lucidità, restituendo un villain credibile, inquietante, umano. Ma è soprattutto la sua motivazione a colpire: l’invidia. Quella per chi è migliore, per chi è amato, per chi sceglie il bene anche quando sarebbe più facile scegliere il male. Un sentimento comune, raccontato con disarmante sincerità. E potente proprio per questo. C’è spazio anche per Krypto, il super-cane, che riesce nell’impresa di essere dolcissimo e spassoso, un compagno fedele che dà ancora più umanità a un protagonista già fragile. Un personaggio che, in silenzio, dice tutto. E sì,
Superman
è anche un film politico. Ma lo è nel modo più urgente e necessario possibile. Perché viviamo in un mondo che cade a pezzi, sovrastato da chi detiene il potere e lo usa spesso contro chi ne ha meno. E allora schierarsi non è solo un gesto narrativo: è una responsabilità.
Questo film lo fa con lucidità e coraggio, mettendo al centro chi viene dimenticato, chi è fragile, chi non ha voce. Raccontare cosa significhi proteggere senza dominare, essere forti senza schiacciare, è oggi un atto potentissimo.
Superman
prende posizione, sceglie la giustizia, l’empatia, l’ascolto. È un film che parla di eroi, sì. Ma è – soprattutto – un film che parla di esseri umani. Di cosa significhi sentirsi accolti, riconosciuti, appartenere a un posto. Perché scegliere il bene, oggi, è forse il gesto più rivoluzionario che possiamo compiere. A rendere tutto questo possibile è James Gunn, che riesce a modellare l’epica su misura dell’emozione. La sua regia alterna l’azione all’intimità senza sbavature, e fa respirare ogni inquadratura con un senso di rispetto verso chi guarda. Gunn non cerca di imporsi, ma di accompagnare. E in questo percorso costruisce un mondo in cui la fragilità non è un limite, ma una possibilità. Un mondo che forse non c’è – ancora – ma che vale la pena immaginare.
Superman
non ci dice cosa fare. Ma ci invita, con dolcezza e fermezza, a scegliere. A non aver paura di sentirci piccoli, fragili, imperfetti. A credere che essere umani – davvero umani – possa essere abbastanza.
E forse, per una volta, basta questo per essere eroi.
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