Tra Calenda e Renzi, dialogo riacceso: il Terzo Polo al 8%, ma per Meloni potrebbe raddoppiare
notizia

2026-03-13 18:01:51
Non c’è dubbio: se
Giorgia Meloni
potesse comporre la sua
coalizione
a piacimento, sin troppi elementi cambierebbero rispetto alla fotografia del
centrodestra
datata ottobre 2022. La leader di Fdi assume sempre di più l’identità del capo di un moderno partito conservatore europeo. E ora che si rafforza la gamba conservatrice del
Ppe
, come dimostra il successo in Germania di Friedrich Merz, Meloni ha chiarissimo in mente l’obiettivo di estendere la coalizione verso il centro. Costruendo ponti e lanciando assist.
Come quello dell’ingresso dell’ex segretario Cisl,
Luigi Sbarra
, nella compagine di governo. Il suo saluto all’ormai prossimo congresso del sindacato centrista segnerà il passaggio a una fase di dialogo costruttivo con la sigla guidata da Daniela Fumarola. Il percorso di
Noi Moderati,
che cresce anche nei sondaggi, va nella stessa direzione. E ora sono i centristi a interrogarsi sul ruolo che devono tenere nei confronti della maggioranza. Mentre a Roma la novità di
Alessandro Onorato
accende un faro sul centrosinistra, che prova ad allargarsi con una quarta gamba civica,
Carlo Calenda
smentisce seccamente l’ipotesi di potersi ricandidare a sindaco di Roma con il supporto di Fratelli d’Italia. In effetti la boutade estiva sembrava poco probabile. «Azione ha sempre avuto come obiettivo la costruzione di un centro liberale e pragmatico indipendente dai due poli», sottolinea Calenda.
Il leader di Azione lo ha precisato sui suoi profili social per commentare un articolo in cui il Corriere della Sera parlava di “suggestione Calenda” nel toto-nomi per il futuro sindaco della Capitale. La sconfessione è netta e silenzia le voci che si rincorrono da giorni.
Elena Bonetti
, presidente di Azione, lo ribadisce parlando al
Riformista
: «Dobbiamo avere la forza di proporre il nostro progetto al di fuori dei poli: Azione vuole rimanere alternativa a questo centrodestra e a questo centrosinistra». Ma il centro riuscirà da solo ad avere i numeri per presentarsi alle elezioni politiche – secondo qualcuno, anticipate al 2026 – con una propria identità? Se Azione punta risolutamente a questa soluzione, insieme al Partito Liberaldemocratico di
Luigi Marattin
, Italia Viva continua a bussare alle porte del centrosinistra. Ieri Renzi – urtato dalle parole di
Piersilvio Berlusconi
– ha fatto sapere che rescinde anche ogni rapporto con Mondadori e Piemme. E a sinistra si schiera anche PiùEuropa, che deve affrontare per questo una divisione interna che non accenna a ricomporsi.
I
sondaggi
– da ultimo quello di Swg – segnalano un interesse discreto ma costante degli elettori incerti per i centristi: Azione consolida il 3,5% mentre Italia Viva passa dal 2% al 2,2%, +Europa è stabile sull’1,5% e il Pld di Marattin, ancora acerbo per i rilevamenti sondaggistici, sembra prossimo a varcare la soglia dell’1% iniziale. Gira che ti rigira, il “
terzo polo
” torna ad avere sempre un 7,5-8%. Per farsene cosa, è presto per dirlo. Ma una certezza c’è. A Meloni farebbe comodo avere – al fianco o al di fuori della coalizione – una pattuglia centrista che varrebbe strategicamente il doppio: ogni seggio centrista, per quanto escluso dal perimetro del centrodestra, sottrarrebbe consensi ancillari organici al centrosinistra.
Lo sostiene, con una riflessione affidata a una nota, il presidente della Commissione Difesa alla Camera, Nino Mainardo: «Il fermento al centro non mi sorprende: in entrambe le coalizioni molti sono consapevoli che, alle prossime elezioni, vincerà chi saprà conquistare il voto dei moderati, che rappresentano la maggioranza degli italiani». Prosegue Minardo: «Sono certo che nel cosiddetto Campo largo si tenterà di dar vita a un’iniziativa moderata e riformista. Il centrodestra non può farsi trovare impreparato». E nell’agenda di luglio trova spazio un nuovo appuntamento congiunto Italia Viva-Azione, dopo quello del teatro Parenti di Milano. Il 18 Calenda e Renzi torneranno insieme per un convegno: “Antisemitismo e antisionismo, due facce della stessa medaglia?”. Vorremmo agevolarli nelle conclusioni: sì.
