Il Wall Street Journal: "Ferrero va in cerca di acquisti negli Usa, trattativa con Kellogg"
notizia

2026-04-12 06:56:18
TORINO.
Ferrero potrebbe essere vicina all’acquisizione di WK Kellogg
per
3 miliardi di dollari
. La multinazionale italiana, secondo fonti vicine al dossier citate dal
Wall Street Journal
, il gruppo dolciario italiano sarebbe
in fase avanzata per acquisire WK Kellogg
, storico produttore americano di
cereali da colazione
, in un’operazione da circa 3 miliardi di dollari.
L’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già entro la settimana
, come riportato dal quotidiano statunitense. L’intesa rappresenterebbe una nuova tappa strategica per il gruppo piemontese, che da anni punta con decisione alla diversificazione geografica e di portafoglio, con
un focus sempre più marcato sul mercato statunitense
. L’operazione consentirebbe a Ferrero di consolidare la propria presenza nella categoria dei prodotti da prima colazione e di
rafforzare la distribuzione in Nord America
. Positiva la risposta di Wall Street alle indiscrezioni, con un rialzo di WK Kellogg del 40%.
Fondata da Will Keith Kellogg all’inizio del Novecento, la società statunitense ha dato vita a marchi iconici per la prima colazione come
Froot Loops
,
Frosted Flakes
e
Rice Krispies
. Nata come
spin-off del colosso Kellogg Company
— oggi ribattezzato Kellanova — nel quadro di una ristrutturazione societaria avvenuta due anni fa, WK Kellogg ha a oggi ha una capitalizzazione di mercato di circa 1,5 miliardi di dollari e un debito superiore ai 500 milioni. Di contro,
la società albese ha chiuso l’ultimo esercizio con un fatturato di
18,4 miliardi di euro
(circa 21,5 miliardi di dollari), in crescita del 9% rispetto all’anno precedente, grazie soprattutto alle performance ottenute negli Stati Uniti e in Italia. Con un portafoglio di oltre 35 marchi distribuiti in più di 170 Paesi, il gruppo è oggi
il terzo produttore mondiale di cioccolato, dietro soltanto a Mars e Mondelez
.
La mossa del colosso italiano non arriverebbe a sorpresa. Negli ultimi anni, l’azienda fondata da Michele Ferrero nel 1946 ha accelerato il proprio processo di internazionalizzazione e diversificazione attraverso
una serie di acquisizioni mirate
. Nel 2018 ha rilevato per 2,8 miliardi di dollari
il
ramo statunitense della divisione dolciaria di Nestlé
, comprendente marchi come Butterfinger e Baby Ruth. Nel 2019 ha acquistato i biscotti Keebler dalla stessa Nestlé.
Nel 2022 ha acquisito Wells Enterprises
, produttore di gelati come Blue Bunny e Halo Top, rafforzando così la propria posizione anche nel comparto surgelati.
L’acquisizione di WK Kellogg rientrerebbe in questo disegno strategico. Se finalizzata, l’operazione
segnerebbe l’ingresso di Ferrero in un settore adiacente ma distinto rispetto al proprio core business
, quello dei cereali per la colazione, un mercato maturo ma in trasformazione. In seguito al rialzo dei prezzi alimentari e al crescente interesse dei consumatori
verso prodotti percepiti come più salutari
, le abitudini alimentari americane stanno mutando. Le aziende, di conseguenza, sono costrette a ripensare la propria offerta.
WK Kellogg
è stata di recente
criticata per l’utilizzo di coloranti artificiali
in alcune delle sue linee di cereali, un tema diventato centrale nel dibattito pubblico statunitense dopo la nomina di
Robert F. Kennedy Jr.
—
noto oppositore di certi additivi alimentari
— a capo del Dipartimento della Salute. In questo contesto, l’ingresso in Ferrero potrebbe offrire alla società americana non solo nuova linfa finanziaria, ma anche l’opportunità di rinnovare l’immagine dei propri brand storici.
Il mercato degli snack e dei prodotti confezionati per la colazione è da tempo in fermento. E quello che è WK Kellogg era rimasta esclusa dai grandi gruppi globali dopo lo spin-off dalla casa madre Kellogg, la cui divisione globale degli snack (fra cui le patatine Pringles) — oggi sotto il marchio Kellanova — è stata a sua volta oggetto di un maxi accordo da circa 36 miliardi di dollari per la cessione a Mars, uno dei principali concorrenti internazionali di Ferrero.
Dall’azienda di Alba nessuna conferma
.
