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Netanyahu Leaves Washington: "Hoping for a Deal Soon" – Albanese Calls U.S. Sanctions "Shameful"

relazioni internazionali

2026-04-19 22:43:45

Convoglio umanitario degli Emirati è entrato nella Striscia di Gaza

Un convoglio di tredici camion di aiuti umanitari ha fatto il suo ingresso nella Striscia di Gaza: lo ha reso noto l’agenzia degli Emirati, la

Wam

. In precedenza, un cargo proveniente dagli Emirati con a bordo 2.500 tonnellate di aiuti era attraccato al porto israeliano di Ashdod.

Idf, ucciso soldato in combattimenti nel sud Gaza

Le forze armate israeliane hanno annunciato la morte di un soldato durante i combattimenti nella Striscia di Gaza meridionale. Si tratta del capitano Reei Biran, 21 anni, comandante dell’unità di ricognizione della Brigata Golani, di Shorashim.

Lettera ex ministro difesa Israele a Khamenei, ora scegliere

La rete di alleati regionali creata dall’Iran ha fallito e non è stata in grado di fare da scudo alla Repubblica islamica, attaccata da Israele. La strategia messa in campo da Teheran per decenni non ha portato frutti e ora è tempo per il regime degli ayatollah di scegliere: proseguire con il programma nucleare o smantellarlo e concentrarsi sul benessere e futuro degli iraniani. È la domanda rivolta dall’ex ministro della Difesa israeliano

Yoav Gallant

alla Guida Suprema,

Ali Khamenei

, al quale ha scritto una lettera aperta.

"Non ci siamo mai incontrati, ma confido che ci conosciamo molto bene. Ti conosco da quasi trent’anni, studiando ogni momento critico della tua leadership. Ho seguito le tue decisioni, la tua dottrina e l’architettura dei delegati che ha costruito nella regione. Ti ho visto sostituire Khomeini, accumulare potere politico e cercare di costruire un’egemonia regionale iraniana", si legge nella missiva. Per Gallant, “l’Anello di Fuoco”, progettato da Teheran "per circondare Israele con punti di pressione" – "Hamas a sud, Hezbollah a nord, Siria e Iraq a est e Houthi a sud-est" – "ha fallito". "Il vostro scudo, a lungo pubblicizzato, non è riuscito a proteggervi".

"Ma più del danno fisico – ha sottolineato Gallant nella lettera a Khamenei – è stato rivelato qualcosa di più profondo:  Vediamo tutto. Sentiamo tutto. Siamo ovunque. Conoscevamo i vostri programmi. I vostri siti. Le vostre comunicazioni.  Le vostre conversazioni con i vostri alleati più stretti, la maggior parte dei quali non sono piu’ con voi, a Beirut, Damasco e Teheran. Le vostre scadenze. I vostri piani di riserva. E i vostri punti ciechi. Per più di un motivo, sapevamo più di voi di  quanto voi sapeste di voi stessi". Rivolgendosi alla Guida Suprema iraniana, il generale israeliano ha sostenuto che la  “rete di alleati, il fulcro della vostra strategia regionale, ora è la vostra vulnerabilità”. "L’arsenale di Hezbollah giace in  rovina, sepolto insieme ai suoi comandanti. Hamas è neutralizzata. Assad se n’è andato. Il suo successore ha scelto una  strada diversa. Gli stati del Golfo ora si schierano contro di voi, non con voi. L’Iraq resiste alla vostra presa. La regione è  andata avanti". "Ora dovete scegliere: Continuare a perseguire un’arma nucleare, senza copertura, senza protezione e con  una capacità offensiva limitata? Lo sapremo. Lo sventeremo. Ed esigeremo un prezzo altissimo. Cercare di ricostruire il  vostro arsenale convenzionale, sapendo che ci vorranno decenni? Lo ritarderemo, lo saboteremo e lo smantelleremo di  nuovo. Oppure, abbandonare la vostra guerra contro un piccolo Paese determinato a mille miglia dal vostro confine e  concentrarvi invece sul benessere e il futuro del vostro popolo", ha concluso Gallant.

Netanyahu lascia Washington, tutti gli obiettivi raggiunti

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è decollato da Washington per tornare in Israele. "Tutti gli obiettivi che si era prefissato di raggiungere durante la visita sono stati raggiunti", ha fatto sapere il suo ufficio.

La visita di quattro giorni negli Usa è arrivata sulla scia della guerra di Israele al programma nucleare iraniano alla quale si è unita anche Washington. Un’occasione per celebrare una vittoria, accompagnata dalla speranza dei familiari degli ostaggi per un annuncio di un accordo per una tregua a Gaza."Spero che potremo raggiungerlo in pochi giorni", ha affermato Netanyahu in un’intervista prima di ripartire. "Questa situazione potrebbe finire domani, oggi stesso, se Hamas depone le armi", ha aggiunto. Ma malgrado le pressioni del presidente Usa Donald Trump e quelle in patria, i colloqui restano in stallo.

Ucciso un giornalista a Gaza, sono 229 da inizio guerra

Un altro giornalista palestinese è rimasto ucciso in un raid israeliano nella Striscia di Gaza. Lo ha riferito l’ufficio media dell’enclave palestinese, precisando in un comunicato che sale così a 229 il numero degli operatori dei media morti dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023. Secondo il Sindacato dei giornalisti palestinesi, il giornalista di Palestine Today TV, Ahmad Abu Eisha, sarebbe stato preso di mira dal fuoco dei droni israeliani mentre era davanti alla sua abitazione, a ovest del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza. Stando al comunicato riportato dall’agenzia di stampa Wafa, il sindacato ha denunciato "un crimine chiaro e deliberato contro un giornalista disarmato che adempiva al suo dovere professionale e nazionale".

Media, pressioni Netanyahu per cacciata consigliere Merkel

Oltre dieci anni fa il premier israeliano Benjamin Netanyahu fece pressioni affinché l’allora cancelliere tedesco Angela Merkel licenziasse il suo consigliere diplomatico, Christoph Heusgen, a causa delle sue posizioni contro le colonie in Cisgiordania. E’ quanto ha rivelato la rivista Panorama TV, precisando che il fatto è avvenuto durante i negoziati tra Israele e la tedesca Thyssenkrupp per un accordo su sottomarini. L’intesa è finita al centro di un’importante inchiesta per corruzione che ha coinvolto i principali consiglieri di Netanyahu, ma non il premier stesso.

Netanyahu, 20 ostaggi ancora vivi. Spero accordo a breve

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha confermato che almeno 20 ostaggi sono ancora vivi, esprimendo la speranza che un accordo per il loro rilascio possa essere raggiunto entro pochi giorni. Intervistato per il programma di Newsmax ‘The Record with Greta Van Susteren’, il leader dello Stato ebraico ha riferito che ci sono ancora 50 ostaggi nelle mani di Hamas, "20 sicuramente vivi e circa 30 che non lo sono". "Voglio liberarli tutti", ha affermato Netanyahu, sottolineando che la proposta di accordo sulla quale stanno lavorando le delegazioni prevede la liberazione di "metà dei vivi e metà dei morti, quindi rimarranno 10 ostaggi vivi e circa 12 deceduti". "Ma libererò anche loro, spero che riusciremo a concludere l’accordo

in pochi giorni", ha sottolineato.

Missile lanciato dallo Yemen cade prima di raggiungere in Israele

Un missile balistico lanciato dai miliziani Houthi dallo Yemen è caduto prima di raggiungere Israele. Lo ha reso noto una fonte dell’esercito israeliano al sito di Haaretz. Il Times of Israel spiega che le sirene di allarme non sono suonate.

Albanese, sanzioni Usa oscene. Sono intimidazioni di tipo mafioso

La relatrice dell’Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi, l’italiana Francesca Albanese, ha definito ”oscene” le  sanzioni decise dagli Stati Uniti nei suoi confronti. E’ una ritorsione per la "ricerca della giustizia" nella guerra di Israelecontro Gaza, ha detto Albanese in una intervista ad al-Jazeera. Albanese ha sottolineato che le sanzioni imposte dall’amministrazione del presidente Donald Trump non fermeranno la sua "ricerca del rispetto della giustizia e del diritto  internazionale" e ha detto che le ricordavano le "tecniche di intimidazione della mafia".

La relatrice dell’Onu ha aggiunto che "le sanzioni funzioneranno solo se le persone saranno spaventate e smetteranno di  impegnarsi". "Voglio ricordare a tutti che il motivo per cui vengono imposte queste sanzioni è la ricerca della giustizia", ​​ha  detto Albanese.

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