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**Caso Almasri: Il Ministro Giustizia Lo Sapeva Fin Da Subito**

Politica e legge

2026-06-01 14:42:24

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nell’occhio del ciclone per il
caso

Almasri

. Le opposizioni chiedono le dimissioni del Guardasigilli, oltre che un’informativa della premier Meloni in Parlamento. A riaccendere la polemica sono le carte del Tribunale dei ministri di Roma, pronto a concludere le indagini sulla mancata consegna del generale libico, Najeem Osama

Almasri

, alla Corte penale internazionale da parte del governo italiano.

La vicenda

A quanto viene riportato da Corriere della Sera e Repubblica, fin dal primo pomeriggio di domenica, secondo gli atti al vaglio delle toghe, la capo di gabinetto di Nordio, Giusi Bartolozzi, era al corrente di quanto stava accadendo e diede le indicazioni ai magistrati del Dipartimento degli affari di giustizia (Dag) di parlarsi con cautela. Quando

Almasri

era stato fermato da poche ore a Torino, il capo del Dag, Luigi Birritteri, scrisse a Bartolozzi una mail per indicare la mancanza dell’autorizzazione all’arresto del ricercato, attivandosi per trovare il modo di convalidare il fermo e procedere alla consegna del generale libico. Meno di un’ora dopo, Bartolozzi replicò di essere già informata, raccomandando prudenza e, in particolare, “

massimo riserbo e cautela

” nel passaggio delle informazioni, oltre che l’uso di Signal, un sistema che assicura maggiore riservatezza nelle comunicazioni. Circostanza che smentirebbe il ministro Nordio che aveva detto che soltanto lunedì 20 gennaio l’ufficio era stato avvisato dell’arresto del criminale libico.

Le opposizioni

Le opposizioni non ci stanno e chiedono in coro

le dimissioni di Nordio

. Intanto, prima alla Camera e poi al Senato Pd, M5S, Avs, +Europa e Italia viva hanno chiesto un’informativa del ministro della Giustizia e, quindi, della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Chiarimento che, però, non sarà imminente. “Non sarà domani, il governo sta valutando. Ci vuole tempo a organizzare un’informativa”, chiarisce il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani.

La Libia intanto emette un ordine formale di comparizione nei confronti di

Almasri

, “proprio nel giorno in cui si scopre che il governo di Giorgia Meloni, che poteva trattenerlo ma invece l’ha liberato e riaccompagnato comodamente a casa con un volo di Stato, avrebbe mentito in Parlamento perché il Governo sarebbe stato informato poco dopo l’arresto e avrebbe anche chiesto cautela e segretezza, diversamente da quanto affermato da Nordio in aula. Mentire in Parlamento significa mentire al Paese e mentire al Paese è una pratica che una democrazia non può mettere in atto senza che ci siano delle conseguenze. A questo punto ci aspettiamo che Giorgia Meloni torni alle Camere a chiarire una vicenda che sta fortemente danneggiando la credibilità e la dignità dell’Italia”, attacca la segretaria del Pd Elly Schlein, mentre il leader M5S Giuseppe Conte accusa “un governo di bugiardi” che ha “rimpatriato con un volo di Stato uno stupratore di bambini e adesso abbiamo le prove. Nordio deve dimettersi”. Il leader di Italia viva, Matteo Renzi, deposita un’interrogazione a Nordio e rimarca: “Sulla vicenda

Almasri

ormai è tutto chiaro: Meloni ha mentito nel video da Palazzo Chigi, Nordio ha mentito al Parlamento. Non mi interessa la vicenda giudiziaria o l’avviso di garanzia: mi preoccupa un Governo che mente all’opinione pubblica e alle Camere”. In pressing sul Guardasigilli vanno anche i co-leader di Avs. “Nordio ha mentito al Parlamento e per questo si deve dimettere. Aveva detto che era venuto a conoscenza dell’arresto del libico il 20 gennaio”, ma “dagli atti del Tribunale dei ministri emerge invece che lo sapeva prima”, attacca Angelo Bonelli. “Cosa aspetta la presidente del Consiglio Meloni a farlo dimettere?”, gli fa eco Nicola Fratoianni. Secondo Riccardo Magi, segretario di +Europa, “è una situazione di una gravità assoluta: Nordio ha mentito su tutta la linea e ora deve dimettersi”.

Il governo

Da via Arenula e Palazzo Chigi non filtrano reazioni ufficiali. Ma da fonti di governo si apprende che l’avvocato Giulia Bongiorno sarebbe intenzionata a presentare

una denuncia contro ignoti per divulgazione di atti coperti da segreto d’ufficio

. Atti che non sono stati ancora resi noti alle parti interessate e in particolare ai soggetti indagati rappresentati dalla stessa senatrice della Lega: la premier Giorgia Meloni, il sottosegretario Alfredo Mantovano e i ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi.

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