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I campioni di ieri e oggi: Dalle leggende dei Pirati a Max Sirena

Italia

2026-07-02 05:52:12

Rimini e lo sport. I suoi personaggi. I suoi campioni. È una storia intrecciata con i cinque cerchi, quella della città, con i suoi atleti di punta. Sbiaditi, a volte, ma soltanto perché impressi nel bianco e nero del tempo che fu. Tremendamente vividi nella memoria, in realtà, perché colonne fondanti della tradizione sportiva cittadina. Oltre 100 anni di campioni e medaglie, di imprese e di gesti eroici. Non c’è una fine, ma un inizio sì. Lo start, il via, porta il marchio di Romeo Neri. Leggenda, più che atleta. Mito, più che semplice sportivo. Anche se, in fondo, uomo comune. Semplice nei gesti e magnifico nell’aura. Ginnasta sublime, Neri conquistò 2 medaglie mondiali, ma soprattutto riuscì ad aggiudicarsi 4 medaglie olimpiche, di cui ben 3 del metallo più prezioso. Conquistato l’argento alla sbarra ad Amsterdam 1928, con due quarti posti a contorno, ecco l’apoteosi di Los Angeles 1932, Olimpiade in cui il riminese si mise al collo l’oro nel concorso generale individuale, in quello a squadre e alle parallele. Con quelle vittorie oltrepassò in fretta i confini del piccolo mondo sportivo, tanto che fu avvicinato da impresari di Hollywood e gli venne offerta la parte di Tarzan nel nuovo film in programma agli Studios. Offerta declinata, lo sport ebbe la prevalenza. Non erano maturi i tempi. Peccato per quell’infortunio al bicipite destro che gli impedì di partecipare a Berlino 1936. L’impronta nella storia, però, era già impressa. A Rimini lo stadio porta il suo nome, che porta in dote una nobiltà passata da ricordare e scolpire nella pietra.

Riminese doc, nato a borgo Marina, era Edelweiss Rodriguez, il pugile piccolo (1.52) ma dal cuore grande. Protagonista, tra le due guerre, in quella Los Angeles che aveva visto trionfare proprio Romeo Neri. Rodriguez arrivò quarto, con i giudici che premiarono l’ungherese Enekes e gli impedirono di assaporare la medaglia che pareva meritata. La nobile arte al territorio ha dato tanto, ha fatto nascere talenti nel corso dei decenni. Come i fratelli Loris e Maurizio Stecca. Il primo, con un Mondiale Wba nei supergallo. Il secondo, oltre ai Mondiali nei piuma nelle annate successive, anche con l’oro a Los Angeles 1984. Maurizio vinse la finale contro il messicano Lopez ed esultò per un oro meritato, inizio di una carriera splendente con ben 49 vittorie in 53 incontri.

È la varietà a impressionare nel panorama sportivo riminese. Da sempre, ma soprattutto in occasione delle Olimpiadi che – storicamente – portano alla ribalta le discipline meno note. Come la scherma, che ha portato a Rimini un bronzo splendente. Nella squadra di spada terza a Los Angeles 1984 c’era Roberto Manzi. Mancino, salito più volte sul podio ai Mondiali, fu protagonista della sfida decisiva contro il canadese Perreault, quella che, di fatto, consegnò il bronzo nelle mani degli azzurri.

La squadra, il valore di un team, furono pietra angolare nella costruzione e nello sviluppo della Pallamano Rimini, che dal 1972 al 2013 ha portato in alto i colori della città, guidata in panchina da un maestro come Toni Pasolini. E poi il baseball pluriscudettato con i mitici Pirati guidati da un grande presidente come Rino Zangheri. Dalla fondazione alla caduta, ma sempre puntando altissimo. Per i neroarancio, nel mitico stadio dei Pirati (oggi al centro di controverse questioni giudiziarie) 13 scudetti e 3 Coppe dei campioni, e una lunga lista di talenti fatti emergere alla ribalta nazionale.

Città di mare, Rimini non poteva che generare anche campioni negli sport che hanno a che fare con l’acqua. Come Massimiliano Sirena, per tutti Max, nome di livello internazionale nella vela. Il suo è stato un percorso d’eccellenza assoluta che lo ha portato a festeggiare i traguardi più ambiti, quelli che ogni piccolo velista sogna quando prende il largo per la prima volta. Per Sirena, da anni skipper e team director di Luna Rossa, due America’s Cup. Nel 2010 la prima, come responsabile della vela alare di Oracle. La seconda nel 2017, da team manager di New Zealand. Con Luna Rossa ha vinto la Prada Cup e si è confermato nel gotha della vela, sempre più affascinante grazie all’evoluzione tecnica degli ultimi anni.

Nell’atletica, tra Rimini e Riccione hanno saltato in alto i gemelli Nicola e Giulio Ciotti, nati il 5 ottobre del 1976 e con la stessa vocazione, anche se con percorsi alla fine diversi. Per Nicola, un primato di 2.30 (2.31 indoor) e una finale ad Atene 2004 sfumata per un soffio, 7 titoli nazionali e parecchi piazzamenti nelle altre competizioni. Per Giulio, un 2.31 come primato e tanti buoni risultati ai campionati italiani. La gemma, forse, rimane la gioia, da allenatore, per aver preparato negli ultimi tempi Gianmarco Tamberi, oro a Tokyo. E infine il tennis, oggi tra gli sport più seguiti grazie a Sinner, Berrettini, Musetti, Paolini… Rimini ha dato i natali a diversi buoni giocatori, e la verucchiese Lucia Bronzetti è entrata nella storia regalando punti decisivi all’Italia vincitrice della Fed cup (la Davis femminile) nel 2024.

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