Cellule che bloccano l’Alzheimer: il nuovo approccio
Scienze della vita

2025-12-26 01:52:00
Le cellule immunitarie del cervello potrebbero rappresentare la chiave per combattere una serie di disturbi neurologici devastanti. Un team di ricercatori cinesi ha dimostrato che sostituire la microglia disfunzionale può fermare la progressione di una malattia rara e fatale chiamata ALSP, aprendo scenari terapeutici completamente nuovi per patologie molto più comuni come l’Alzheimer. I risultati, ottenuti sia sui topi che su pazienti umani, suggeriscono che questo approccio rivoluzionario potrebbe trasformare il modo in cui affrontiamo le malattie neurodegenerative.
La microglia: quando le sentinelle del cervello si ribellano
La
microglia
rappresenta il sistema di difesa specializzato del nostro cervello, composto da cellule immunitarie che normalmente proteggono il tessuto nervoso. Tuttavia, quando queste cellule non funzionano correttamente, possono trasformarsi da guardiani protettivi in nemici interni, contribuendo allo sviluppo di schizofrenia, Alzheimer e altre condizioni neurologiche. Nel caso specifico dell’ALSP – leucoencefalopatia ad esordio adulto con sferoidi assonali e glia pigmentata – le mutazioni genetiche compromettono la sopravvivenza stessa di queste cellule, causando un declino cognitivo progressivo e inesorabile.
Bo Peng dell’Università Fudan in Cina e i suoi colleghi hanno sviluppato una strategia terapeutica che suona quasi fantascientifica:
sostituire completamente la microglia danneggiata con cellule sane
. Il processo richiede prima l’eliminazione delle cellule difettose presenti nel cervello, creando uno spazio che permette alle nuove cellule staminali trapiantate di migrare e trasformarsi in microglia funzionante.
Dai topi agli umani: un salto di qualità storico
La sperimentazione ha seguito un percorso metodico e rigoroso. Inizialmente, i ricercatori hanno testato l’approccio su cinque topi geneticamente modificati per presentare mutazioni simili a quelle dell’ALSP. Dopo quattordici mesi dal trapianto di cellule staminali sane, gli animali trattati mostravano un aumento dell’85% della microglia cerebrale rispetto ai controlli non trattati. Ancora più significativo, le loro funzioni motorie e la memoria risultavano notevolmente migliorate.
Forti di questi risultati promettenti, i ricercatori hanno compiuto il passo decisivo verso la sperimentazione umana. Otto persone affette da ALSP hanno ricevuto cellule staminali da donatori sani, mentre quattro pazienti hanno costituito il gruppo di controllo. Le scansioni cerebrali raccolte uno e due anni dopo il trattamento hanno rivelato un quadro straordinario:
nei pazienti trattati la progressione della malattia si era completamente fermata
.
La terapia ha trasformato una condizione fatale in una malattia stabile
Numeri che parlano di speranza
I test cognitivi hanno fornito ulteriori conferme dell’efficacia del trattamento. Utilizzando una scala di valutazione di 30 punti, i ricercatori hanno osservato che i pazienti sottoposti alla terapia sostitutiva mantenevano punteggi stabili dopo un anno, mentre il gruppo di controllo registrava un crollo di quasi 10 punti. Questi dati numerici traducono in termini concreti quello che significa preservare le capacità cognitive di una persona di fronte a una malattia altrimenti inarrestabile.
Chris Bennett dell’Università della Pennsylvania sottolinea che i trapianti di cellule staminali per condizioni neurologiche vengono utilizzati da decenni, ma riconosce l’approccio innovativo del team cinese. La FDA americana ha recentemente approvato due terapie simili per altre malattie cerebrali rare, confermando la validità scientifica di questa strategia terapeutica.
Oltre l’ALSP: verso nuove frontiere terapeutiche
Le implicazioni di questa ricerca si estendono ben oltre il trattamento dell’ALSP.
Diverse mutazioni genetiche che aumentano drasticamente il rischio di Alzheimer colpiscono proprio la microglia
, suggerendo che la terapia sostitutiva potrebbe un giorno rappresentare un’arma contro questa malattia che affligge milioni di persone nel mondo. Peng ammette che rimangono da chiarire i potenziali effetti collaterali a lungo termine, ma sottolinea come, di fronte a una malattia rapidamente progressiva e fatale, i benefici potrebbero superare di gran lunga i rischi.
La
terapia di sostituzione della microglia
potrebbe quindi rappresentare un punto di svolta nella neurologia moderna, trasformando il modo in cui concepiamo e trattiamo le malattie del cervello. Da un approccio che spesso si limita a rallentare la progressione dei sintomi, si apre la possibilità di interventi che arrestano completamente il decorso di condizioni un tempo considerate incurabili.
In collaborazione con Tom’s Hardware
