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Affitti in aumento del 5,5%, domanda in calo del 9%

notizia

2026-02-16 14:08:48


In Italia, nel primo semestre del 2025 i canoni di affitto sono aumentati di più del doppio rispetto ai prezzi delle case in vendita.

Tra inizio gennaio e fine giugno l’ascesa è stata infatti rispettivamente del

+5,5% e del +2,1%

, con le locazioni che hanno così raggiunto i 14,3 euro/mq medi, mentre gli immobili in vendita i 2.110 euro/mq medi.

Sono queste alcune delle evidenze tratte dall’

Osservatorio semestrale del mercato residenziale realizzato da Immobiliare.it Insights,

la proptech company del gruppo di Immobiliare.it, specializzata in analisi di mercato e data intelligence.

Scende l’interesse per la locazione

Anche a causa di questo solido rialzo dei canoni,

l’interesse per la locazione in Italia sta progressivamente diminuendo,

seguendo la tendenza già manifestata nel primo trimestre del 2025. Rispetto a 6 mesi fa, la

domanda di affitto è calata di oltre il 9%,

trainata verso il basso dai grandi centri, che nel periodo hanno registrato un deciso -21%, mentre si è notata una perfetta stabilità nelle città di minori dimensioni.

La discesa della richiesta di affitto ha condotto a un

accumulo dello stock in offerta

, con gli

annunci che sono aumentati del 15,6% sul portale Immobiliare.it.

Anche in questo caso, nei grandi centri l’incremento è stato maggiore (+23,4%) rispetto ai piccoli (+9,4%).

Anche nel settore delle compravendite la disponibilità di case è aumentata nei primi 6 mesi dell’anno (+4,4%), ma in questo caso la domanda è fortemente cresciuta, al contrario di quanto fotografato per le locazioni. Infatti, l’interesse per le case in vendita è in ascesa in doppia cifra (+14% circa) nel confronto con l’ultimo semestre del 2024, e la salita è molto simile nei grandi e nei piccoli centri, su rispettivamente del 12,9% e del 13,9%.

“Già a partire dalla prima metà dello scorso anno il mercato immobiliare aveva evidenziato i primi segnali di cambiamento, con un progressivo spostamento dell’interesse degli utenti dalle locazioni alle compravendite – dichiara

Luke Brucato, chief strategy officer di Immobiliare.it Insights

–. A distanza di dodici mesi, questa tendenza si è confermata e consolidata, sostenuta da diversi fattori, tra cui in particolare la riduzione dei tassi di interesse. Di conseguenza, anche chi fino a poco tempo fa era restio ad avviare un percorso di acquisto, a causa di una persistente incertezza economica, ha iniziato a cambiare prospettiva: l’acquisto di una casa è tornato a essere una possibilità concreta, anche nelle grandi città”.

Centro Italia l’area più cara per comprare casa

Allargando l’analisi alle macroaree della Penisola, si notano trend molto simili a quelli generali italiani. A livello di prezzi di vendita, nord-ovest, nord-est e centro sono cresciuti in maniera praticamente identica nel primo semestre dell’anno, intorno al +2,5%. Più stabili, invece, sud e isole, con un aumento rispettivamente del +0,7% e +0,6%.

Il

centro è la zona più cara per acquistare, con 2.364 euro/mq,

superando di poco il nord-ovest, che si ferma a 2.308 euro/mq. La domanda è cresciuta soprattutto al nord-ovest (+14,7%), ma tutte le aree hanno evidenziato incrementi a due cifre. L’offerta si è invece ampliata in particolare al sud (+6,6%).

Passando alle locazioni, l’incremento più rilevante dei canoni nel primo semestre del 2025 si è verificato al centro (+9,4%), mentre nord-ovest e nord-est sono cresciuti rispettivamente del 3,8% e del 3,6%. In aumento anche sud (+7,1%) e isole (+4,7%). Il nord-ovest resta l’area più cara per affittare, con 16,3 euro/mq, seguita dal centro (14,8 euro/mq).

In merito all

‘andamento della domanda di locazioni: nonostante il dato italiano in forte calo, sud e isole rimangono in positivo,

con il +1,2% e il +0,4% rispettivamente nei primi 6 mesi dell’anno. Forti decrementi, invece, nelle aree che mostrano i prezzi più alti, ovvero centro (-15,4%), nord-ovest e nord-est, giù entrambe del 9% circa. Nessuno scostamento dal trend nazionale per quanto concerne l’offerta di affitto, con incrementi ovunque oltre il 10%, fatta eccezione per le isole (+4%).

Trentino regione più cara per comprare casa

Il

Trentino-Alto Adige rimane la regione più cara per comprare casa, con 3.529 euro/mq (+2,2% nel primo semestre dell’anno).

La

Calabria

resiste come

unica regione al di sotto dei 1.000 euro/mq medi, con 949 euro/mq.

Qui, i costi sono rimasti sostanzialmente stabili rispetto ai 6 mesi precedenti (-0,5%).


Milano

mantiene invece la

testa

della

classifica

delle città più care in cui acquistare un immobile in Italia, con 5.532 euro/mq medi, in rialzo del 2,3% da inizio anno. Bolzano resta seconda, toccando i 4.871 euro/mq (+1,6% nel semestre di apertura del 2025), mentre l’ultimo gradino del podio è appannaggio di Firenze, che cresce di oltre il 5% nel periodo e raggiunge i 4.577 euro/mq. Bologna e Roma sono, invece, quasi appaiate: nel capoluogo emiliano-romagnolo comprare casa richiede attualmente una spesa media di 3.616 euro/mq, mentre nella Capitale si devono sborsare, in media, 3.607 euro/mq.

Affitti: la situazione attuale dei canoni in regioni e città

La

regione più dispendiosa

in cui

affittare

casa è la

Valle d’Aosta,

con i canoni che sfiorano i 20 euro/mq medi (+2,6% nel primo semestre dell’anno). Al secondo posto la Lombardia, che rimane poco sotto i 19 euro/mq. La Basilicata, anche a seguito di un calo dell’1,4% nel semestre, è invece la regione più economica per affittare, con 7,5 euro/mq medi.


Milano si conferma la città più cara anche quando si tratta di affittare un immobile, rimanendo stabile a 22,5 euro/mq medi

(solo +0,4% nei 6 mesi considerati). Firenze, con 21,4 euro/mq, è seconda, ma nel semestre, incrementando quasi del 3%, si è avvicinata al capoluogo lombardo. Se per le vendite Bologna era davanti, seppur di poco, a Roma, per le locazioni le posizioni si invertono: nella città eterna la spesa media per un affitto è pari a 18,1 euro/mq medi, a fronte dei 17 euro/mq del capoluogo emiliano-romagnolo.

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Prezzo degli affitti +5,5% nel primo semestre: la domanda cala di oltre il 9%
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