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Berlusconi: ‘Non escludo la politica’, chiede nuovi volti a Forza Italia

politica

2026-05-26 01:10:18

L’ultima uscita è di

Pier Silvio Berlusconi

, che intervistato a tutto campo non si è risparmiato un’incursione nella

politica

, buttando lì, per la prima volta, un sornione ma esplicito “mai dire mai” sul suo possibile impegno. Su una discesa in campo che per ora è una discesetta. Ma fa tremare, o comunque vibrare, destra e sinistra. Sullo

Ius Scholae

, Pier Silvio pensa più o meno come la sorella Marina. «Ho dei dubbi sulla sua priorità. Non mi sembra tra le prime necessità per gli italiani. Quindi tempi e modi mi vedono un po’ scettico».

Non significa certo che il delfino di

Silvio Berlusconi

sia disattento, rispetto ai diritti. Tutt’altro. Rispetto alla sorella Marina, con cui c’è sintonia – dice conversando con i cronisti durante la serata di presentazione dei palinsesti a Cologno Monzese – ci sono molte assonanze. Rispetto a lei, che ad esempio ha a cuore le tematiche

Lbgtq+

, «io sono un filino più conservatore. Sono un conservator-progressista», si definisce. E aggiunge un elemento non di poco conto: «penso che l’evoluzione e lo sviluppo di tutto che è legato ai diritti che hanno a che fare con libertà personale siano battaglie da fare. Ma far diventare battaglie di minoranze battaglie nazionali ce ne passa…» Da qui il buffetto ad

Antonio Tajani

(“È bravissimo, ma sullo ius scholae sono più contro che pro”), arrivando a sostenere che nel partito servono forze fresche. Che dalla famiglia Berlusconi stiano partendo messaggi piuttosto chiari a Tajani è evidente. Lo grida, Pier Silvio: «Per Forza Italia servono volti nuovi». A partire dai sindaci, dai giovani, dai nuovi dirigenti, sono in tanti a puntare sulla nuova Forza Italia che si prospetta.

Pier Silvio è uscito allo scoperto, ma sembra che – come accaduto in altre occasioni di scatto in avanti di

Forza Italia

– la prima reazione sia stata da parte di colei che sempre più spesso viene consideratala “guida ombra” politica:

Marina Berlusconi

. Sarebbe stata lei per prima a dirsi in disaccordo con Tajani, suggerendo di lasciar perdere lo ius scholae e concentrarsi invece su temi più marcatamente liberali.

È comprensibile il tentativo del ministro degli esteri di affermare un profilo moderato e riformista di Forza Italia. Il sostegno allo ius scholae andava certamente in questo senso e rappresentava una posizione ragionevole, su un tema di sicuro dibattito. Ma il problema è che più che profilare Forza Italia nel centrodestra – cosa di cui il partito ha effettivamente bisogno – ha finito per gettarlo in un indistinto e poco utile abbraccio del centrosinistra. Agli azzurri, diventare simpatici ai moderati del Pd non serve un granché ed è a maggior ragione poco utile nel momento in cui l’effetto nel centrodestra è stato di fornire un imprevisto elemento di coesione tra

Fratelli d’Italia

e Lega, che insieme si sono trovati a spingere in un angolo lo ius scholae, bollandolo semplicemente di estraneità alle priorità del governo e del Paese.

Ora, non è dato di sapere se Marina come temi liberali avesse inteso quelli legati al mercato del lavoro, al fisco e all’impresa, ma se così fosse, ancora una volta avrebbe mostrato una grande lucidità politica e strategica. Per Forza Italia, lanciare una campagna estiva di proposte riformatrici su contratti e fiscalità legata alla produttività, non solo anticiperebbe probabili criticità d’autunno, ma a sinistra spingerebbe l’opposizione verso l’angolo del sindacalismo ideologico, a destra costringerebbe gli alleati di governo ad uscire allo scoperto. Il risultato sarebbe che Forza Italia si renderebbe protagonista di una iniziativa politica su un tema non eludibile.

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