Clima caro, prezzi saliti: da pomodori a latte, tutto aumenta
economia

2026-01-01 15:24:06
Ciliegie vendute a oltre 20 euro al chilo, latte che costa come mai prima d’ora, pomodori in ritirata e meloni bruciati dal sole. Non è fantascienza, è
l’effetto concreto del cambiamento climatico sulla spesa quotidiana
. A dirlo sono i dati di Coldiretti, ma anche il Fruit Journal citato dal Corriere della Sera, che in questi giorni tracciano un quadro sempre più allarmante: il “
caro clima
” è già tra noi e lo paghiamo ogni volta che andiamo al mercato. Le gelate primaverili, la siccità e il caldo estremo stanno colpendo duramente le campagne italiane, con una produzione agricola ridotta, qualità in calo e prezzi che schizzano alle stelle.
Ciliegie rarissime: produzione giù del 70% in Puglia
Il simbolo più evidente di questa crisi è rappresentato dalle
ciliegie
, diventate quasi un bene di lusso. Sui banchi dei supermercati hanno superato i 20 euro al chilo, e il motivo è semplice: non ce ne sono. In Puglia, che produce quasi un terzo delle ciliegie italiane, la produzione è crollata del 70% per colpa delle gelate anomale di marzo e aprile. Il gelo ha distrutto i fiori degli alberi, compromettendo l’allegagione (cioè la trasformazione in frutto). A questo si è aggiunto un clima instabile, umido e sempre meno adatto alle varietà tradizionali. Il risultato? Pochi frutti, buoni ma introvabili. Come riporta Fruit Journal, la stagione 2025 delle ciliegie è stata un disastro: «Produzione ridotta, difficoltà nella commercializzazione, prezzi fuori portata».
Siccità, caldo e grandinate: raccolti distrutti in tutta Italia
La crisi però non riguarda solo le ciliegie. La siccità, ormai cronica in molte regioni del Sud, sta mettendo in ginocchio anche altre coltivazioni. In Puglia, per esempio, i campi di
pomodori
sono diminuiti del 20%. A Foggia, uno dei polmoni agricoli d’Italia, a giugno è caduto l’87% di pioggia in meno rispetto alla media, con invasi che contengono solo un quarto dell’acqua necessaria. La produzione di grano è in calo, anche se migliore rispetto al 2024, anno nero per l’agricoltura. In Maremma, i meloni sono stati letteralmente bruciati dal sole, e il caldo ha danneggiato anche patate, angurie, insalate. In Piemonte, grano e uva maturano con 15 giorni di anticipo, mentre nel Cuneese le pere cadono dagli alberi troppo presto. Secondo Fruit Journal, la crisi idrica non è più un problema agricolo ma una minaccia per l’equilibrio economico e sociale delle aree rurali.
Latte, uova e miele: anche gli animali soffrono il caldo
Non solo frutta e verdura. Il caldo colpisce anche gli allevamenti, con conseguenze pesanti su latte, uova e miele. Le mucche producono meno, e di conseguenza il prezzo del
latte
sale. Lo conferma Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo: «Siamo passati da 54 a 61 euro al quintale in un anno, con punte di 70 euro sul mercato spot. Non era mai successo prima». Per Coldiretti, la siccità è la prima causa delle perdite agricole, che in Italia ammontano già a 7 miliardi di euro all’anno, una cifra destinata ad aumentare. I consumatori, intanto, iniziano a sentirne il peso sulla propria spesa quotidiana. È il cosiddetto caro clima: un costo invisibile ma reale, che paghiamo ogni volta che scegliamo tra un chilo di ciliegie o una bottiglia di latte.
