Criptovalute sotto tiro: Nuova Zelanda blocca gli ATM e limita i trasferimenti
notizia

2025-09-17 12:35:09
Il
divieto degli ATM crypto
e l’introduzione di un tetto ai
trasferimenti internazionali di denaro
rappresentano la nuova strategia della Nuova Zelanda per contrastare riciclaggio di denaro e criminalità finanziaria. Il Governo ha annunciato queste misure decisive in un’ampia riforma del regime
anti-riciclaggio (AML)
, mirata a rendere il sistema finanziario più impermeabile agli abusi illeciti.
Nuova Zelanda e la svolta contro gli ATM crypto
Il cuore delle nuove regole ruota attorno al
divieto ufficiale degli ATM crypto
. Questi sportelli automatici, utilizzati per comprare o vendere asset finanziari come bitcoin in modo anonimo, finiscono ora definitivamente sotto la lente di ingrandimento. Secondo le autorità, tali dispositivi rappresentavano un canale privilegiato per il
riciclaggio di fondi illegali
, offrendo a criminali la possibilità di convertire proventi
illeciti in crypto
senza controlli adeguati.
L’Associate Justice Minister Nicole McKee
ha illustrato
mercoledì le motivazioni dietro la nuova legge, sottolineando come questa risposta sia stata modellata anche sugli input di esperti del settore. È evidente, secondo il Governo, che “
i crypto kiosks attirano principalmente una clientela in cerca di anonimato
o intenzionata a trasformare fondi di provenienza sospetta”. Di conseguenza, la loro presenza viene considerata più un rischio che un’opportunità per l’ecosistema finanziario locale.
Limite ai trasferimenti internazionali: 5.000 dollari la soglia
Altra misura centrale del pacchetto è l’
imposizione di un tetto massimo di 5.000 dollari
sui
trasferimenti internazionali tramite denaro contante
. Lo scopo principale di questo limite è rendere più difficoltoso per le
organizzazioni criminali
spostare all’estero grandi quantità di contante in modo furtivo. Tuttavia, rimangono consentiti trasferimenti più consistenti, purché avvengano attraverso canali elettronici bancari, che garantiscono maggiore tracciabilità.
Questa distinzione permette alle attività economiche regolari e ai privati di svolgere operazioni finanziarie transfrontaliere senza eccessive restrizioni—ma sempre nel rispetto di rigorosi standard di
trasparenza
e
controllo
.
Ampliamento dei poteri di sorveglianza e enforcement
La riforma include inoltre una significativa espansione dei
poteri di enforcement
per polizia e autorità regolatorie. È previsto il rafforzamento delle competenze della
Financial Intelligence Unit
, che avrà accesso a dati finanziari più ampi e dettagliati relativi a soggetti sospettati di attività illecite.
Queste nuove prerogative, secondo McKee, sono pensate proprio per “
prendere di mira i criminali senza ostacolare le attività delle imprese legittime
”. Nella stessa ottica, il Governo ha annunciato l’avvio di una consultazione per valutare la possibilità di introdurre un
contributo economico
, o ‘levy’, con cui finanziare stabilmente il sistema di sorveglianza anti-crimine finanziario.
Il ruolo della Financial Intelligence Unit
La
Financial Intelligence Unit
godrà di nuove prerogative nell’acquisizione e analisi dei dati relativi a movimenti sospetti o ad elevato rischio. Grazie a ciò, sarà possibile un monitoraggio più proattivo e tempestivo, elementi essenziali per anticipare strategie sempre più sofisticate da parte di gruppi criminali e reti dedite al riciclaggio.
Il sostegno degli esperti di settore
L’
industria crypto
in Nuova Zelanda
ha accolto in modo costruttivo le novità. Diversi
leader del comparto
riconoscono infatti che, anche se alcune misure potrebbero ridurre la
libertà operativa
di certi utenti, esse sono considerate cruciali per preservare la
reputazione del mercato
e scoraggiare abusi. La
presenza
stessa degli
ATM crypto
, come sottolineato nelle dichiarazioni pubbliche, costituiva di fatto un incentivo all’anonimato e al
trasferimento non tracciato di fondi
.
L’obiettivo dichiarato rimane quello di non “appesantire le aziende legittime con burocrazia inutile”, come ribadito da McKee, ma nel contempo restringere progressivamente le maglie per chi intende movimentare denaro di origine dubbia.
Trasformare la Nuova Zelanda in modello internazionale
Il Governo mira a rendere la Nuova Zelanda “
uno dei Paesi più facili al mondo per fare business legittimo
” e, contemporaneamente, “
uno dei più difficili per i criminali in cui nascondersi
”. Questa doppia strategia si basa su un bilanciamento dinamico: premiare la
buona fede
e la
trasparenza
, ma allinearsi ai più rigidi standard internazionali in materia di
compliance finanziaria
.
Inoltre, le nuove regole potrebbero porsi come punto di riferimento e buona pratica anche per altri mercati. La scelta di favorire i trasferimenti istituzionali via sistemi
elettronici tracciabili
rafforza infatti il messaggio globale di tolleranza zero verso chi sfrutta le crypto per occultare le origini dei capitali.
Sviluppi futuri: consultazioni e nuove iniziative
Le autorità hanno già pianificato una serie di
consultazioni pubbliche
per definire nel dettaglio il meccanismo della
levy di finanziamento
e raccogliere suggerimenti dal tessuto imprenditoriale e dagli organismi di sorveglianza. Si punta così a una
normativa partecipata
, che tenga conto delle esigenze di sicurezza ma anche della vitalità economica del Paese.
Il disegno di legge sarà presentato a breve al Parlamento, e rappresenta uno spartiacque nei rapporti tra
innovazione tecnologica
e
integrità del sistema finanziario
. Se, da una parte, il regime si fa più severo nel controllo di bitcoin e strumenti similari, dall’altra resta chiara la volontà di mantenere attrattivo il contesto neozelandese per l’iniziativa privata sana.
Un nuovo standard per la sicurezza finanziaria
La
Nuova Zelanda
dimostra di voler essere all’avanguardia nella lotta al riciclaggio e finanziamento illecito, adottando misure concrete su
crypto
e
movimentazione internazionale di contanti
.
Questa riforma, secondo gli osservatori e gli operatori coinvolti, non solo segnerà il framework operativo interno, ma potrebbe ispirare molte altre giurisdizioni a rafforzare i loro presidi. Il contesto creato favorirà maggiore fiducia negli strumenti finanziari innovativi, lasciando meno spazio all’illegalità e contribuendo a definire un modello di sviluppo sostenibile anche per il futuro.
