E se "troppo" fosse la mossa giusta? "Too Much" è la nuova rom-com di Lena Dunham su Netflix
cultura popolare

2025-02-17 06:57:15
No, non è un sequel di
Girls.
Anche se…
Lena Dunham
è categorica. O forse no. Perché come ha cercato di spiegare nella serie tv che l’ha consacrata, niente ha una risposta precisa e immutabile. Nemmeno
Too much
, la sua nuova serie tv.

Ovvero la sua commedia romantica creata insieme al marito, il musicista britannico
Luis Felber
. Composta da 10 episodi, della durata di poco più di mezz’ora l’uno,
Too much
è appena arrivato su Netflix. E ha per protagonisti due attori conosciuti ma non famosissimi come
Megan Stalter
e
Will Sharpe
.
Cosa c’è di autobiografico in “too much” di Lena Dunham
Se leggiamo la trama – l’amore complicato tra una newyorkese in fuga dalla sua città e un musicista indie londinese – siamo di fronte alla vita che Dunham ha vissuto in questi ultimi anni. Scappata da New York dopo il successo travolgente di
Girls,
si è trovata in Inghilterra a girare un film (Catherine). Dove ha incontrato per caso il musicista Felber, che non sapeva chi lei fosse. Otto mesi dopo erano sposati e scelto di stabilirsi a Londra.
Tutto quello che c’è da sapere su “Too much” la nuova serie rom-com di Netflix creata da Lena Dunham con Megan Stalter (foto Netflix)
Ma in realtà, quello che c’è di veramente autobiografico è il processo di scoperta di sé in un posto totalmente estraneo. Poi, no, lei non è Jess, la protagonista. Luis non è Felix, il protagonista. E, soprattutto,
Jack Antonoff,
il famoso ex fidanzato di Lena, non è Zev, l’ex fidanzato str*** di Jess. Dunham ci tiene a sottolinearlo.

Lena Dunham alla prima di “Too much” a Londra (foto Netflix)
La trama di “Too much”
Jessica (Megan Stalter) è una stacanovista newyorkese trentenne in pena per la fine di un amore che pensava fosse quello della sua vita e che poco a poco allontana da sé tutti i suoi conoscenti. Quando ogni angolo di New York le ricorda il suo comportamento inadeguato, l’unica soluzione è accettare un lavoro a Londra, dove si immagina una vita solitaria come quella delle sorelle Brontë. Ma quando incontra Felix (Will Sharpe), un campanello d’allarme ambulante, non può ignorare lo strano legame che crea più problemi di quanti ne risolva. Ma gli americani e i britannici parlano davvero la stessa lingua?
Il trailer di “Too much”
Il cast stellare di “Too much”, da Emily Ratajkowski a Jessica Alba
Se la vicenda ruota attorno al rapporto tra Jess e Felix, cioè Megan Stalter (già vista in
Hacks
) e Will Sharpe (quello di
The white lotus 2
), la serie è piena zeppa di volti noti. Che interpretano parti importanti o anche solo piccoli cammei. La stesa Lena Dunham si è ritagliata il ruolo di Nora, sorella di Jess, tornata a vivere con la madre Lois – interpretata da
Rita Wilson
– perché è nel bel mezzo del divorzio da James, cioè
Andrew Rannells
(sì, ai fan di
Girls
non è sfuggita l’ironia). A loro volta, vivono tutte a casa della nonna, che ha il volto di
Rhea Perlman
.
Ma c’è anche
Emily Ratajkowski
, nei panni di Wendy, la nuova fidanzata di Zev. E Andrew Scott che interpreta un regista pretenzioso e… basta spoiler! Sappiate che qua e là compaiono anche
Richard E. Grant
,
Naomi Watts
,
Adèle Exarchopoulos
,
Adwoa Aboah
,
Jessica Alba
,
Kit Harington
,
Stephen Fry
e
Rita Ora
.

Jessica Alba è una delle guest star famose della serie tv “Too much” (foto Netflix)
Un’omaggio alle commedie romantiche
Lena Dunham ha dichiarato che con
Too much
voleva scrivere un omaggio alle commedie romantiche che ha amato da piccola, da
Notting Hill
a
Il diario di Bridget Jones
. Ma – non sarebbe Dunham, altrimenti – che avesse al centro anche quando è difficile far funzionare davvero una relazione. «Bisogna provarci, non si cade semplicemente tra le braccia dell’altro», ha raccontato la sceneggiatrice a
Variety
. «Una volta che ci si è messi insieme, la sfida più grande da superare è quella di se stessi. E nel mio caso l’ho sicuramente scoperto».

Will Sharpe è Felix, il protagonista maschile di “Too much” (foto Netflix)
Che cosa significa la frase “too much”
Attraverso due parole: too much. Che tradotto letteralmente, vuol dire troppo. Cioè quello che le ha detto Luis in uno dei loro primi appuntamenti: «tu sei too much». E Lena, che se lo sentiva ripetere da una vita, ci è rimasta male. Salvo poi scoprire che, a differenza dell’americano, nell’inglese parlato in Inghilterra è un complimento. «Tendo a fare molte domande e se qualcuno è disponibile ad abbracciarlo, di solito lo abbraccio – e a volte ho problemi a modulare il volume della mia voce. Tutte queste cose rendono le persone sospettose». O meglio, i riservatissimi inglesi sospettosi. «Ma poi Luis mi ha spiegato che intendeva “quanto basta e qualcosa in più”».
Ma il “too much” del titolo si è poi trasformato anche in altro. «È quello che succede alle donne»,
dice
. «Riguarda il tuo appetito per il cibo, il tuo appetito per la vita, i tuoi desideri, le tue necessità, i tuoi desideri, e si presenta in molte forme, sia che ti venga detto che sei “troppa” o “disordinata” o “bisognosa” o “tanta”. La cosa ironica è che chiamare qualcuno “troppo” è un modo molto semplice per sminuirlo».
