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Fenomeni Parastatali: Storie di Meteore Biancocelesti e una Follia da 90 Miliardi

notizia

2025-03-04 14:32:09


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di showminion.site>

È il

5 luglio del 2001

, nella Capitale arriva l’ufficialità di ciò che nell’aria sembrava ormai certo da diversi giorni:

Pavel Nedved passa dalla Lazio alla Juventus

. Un’operazione da quasi 75 miliardi di lire, andata in porto grazie al "

delitto perfetto

" messo in atto da

Luciano Moggi

. L’allora Direttore Generale bianconero, non volendo incassare il no di Nedved e facendo leva sulla sua passione per il golf, lo invita a raggiungerlo comunque a Torino solo per visitare i campi della Mandria. I

giornalisti

– prontamente chiamati a raccolta da Moggi per l’arrivo di Nedved a Torino – a partire dalle ore successive non parleranno d’altro:

Nedved era in trattiva con la Juve

. Da qui il rapporto del fuoriclasse ceco con la Lazio si incrina irreparabilmente fino al suo approdo sotto la Mole.

Nella Capitale l’imperativo è chiaro:

trovare un sostituto all’altezza

di chi, appena 2 anni più tardi, arricchirà il suo palmares personale con il più prestigioso dei riconoscimenti. Il pallone d’oro. I nomi in circolazione non sono chissà quanti ma tra questi c’è quello dello spagnolo

Gaizka Mendieta

. Classe 1974, idolo del Valencia – con cui gioca e perde le 2 finali di Coppa Campioni nel 2000 e nel 2001 – e tra i centrocampisti più completi del continente: giocatore dinamico, eclettico, capace di agire sia come perno centrale della linea mediana che come mezzala.

Cragnotti non ha dubbi

, per ripartire il basco è la scelta più giusta. E dopo giorni di trattative, il 18 luglio introno alle 22 arriva la fumata bianca:

Mendieta sbarca nella Capitale per 89 miliardi

. Per lui un contratto da 5 anni a 8 miliardi a stagione.

Gli ingredienti sembrano quelli perfetti per una storia ricca di soddisfazione. Una

speranza destinata però a rimanere tale

. I sorrisi visti al momento del suo arrivo in Italia sono i primi e ultimi scatti di gioia dello spagnolo in biancoceleste. Fin dal ritiro

non c’è traccia del leader carismatico

che aveva dominato in Europa con la maglia del Valencia, l’allora allenatore biancoceleste

Dino Zoff non riesce a capire che tipo di calciatore sia Mendieta

. È timido, parla poco, in allenamento è in evidente difficoltà con i suoi compagni, senza trovare una collocazione in campo ma nonostante questo non dice nulla. "

Sono arrivato in estate e già a ottobre o novembre mi avevano detto che sarei potuto partire. Dopo qualcosa di così atipico e inaspettato, ovviamente volevo andarmene

" dirà lo stesso Mendieta anni dopo ai microfoni di

Relevo.

In realtà è lo stesso Mendieta a

mettersi in difficoltà a suon di prestazioni negative

. Già all’esordio all’Olimpico, contro il Piacenza il 26 agosto 2001, Mendieta si rivela uno dei peggiori in campo e l’1-1 finale alimenta i dubbi. Anche la Coppa dei Campioni, suo habitat naturale nelle ultime stagioni, non lo aiuta e lui non aiuta e la Lazio che esce dalla manifestazione già dopo la prima fase a gironi. Dopo lo 0-0 interno con il Torino, il 16 settembre 2001,

Dino Zoff viene sollevato dal suo incarico

e sulla panchina biancoceleste arriva Alberto Zaccheroni. Il cambio di guida tecnica però non aiuta Mendieta.

Anche Zaccheroni sbatte su continue difficoltà

con il basco: nel suo centrocampo a 4 prova a schierarlo a destra nel debutto a San Siro contro il Milan.

Lo spagnolo deluderà ancora sia in questo ruolo che quando Zaccheroni tenterà di spostarlo al centro. Se possibile gli effetti del cambio saranno ancora più disastrosi come nel derby perso 2-0 contro la Roma e in cui Mendieta giocherà un’ora in totale apatia e confusione prima di essere sostituito. Da lì in poi la parabola di Mendieta crolla ancor più vertiginosamente, con la Lazio che chiuderà il campionato al sesto posto e lo spagnolo con

appena 20 presenze e il misero bottino di 0 gol all’attivo e altrettanti assist

. A fine stagione il Barcellona busserà a Formello con lo spagnolo che saluterà dopo appena un anno. Se possibile Mendieta è stato per la Lazio ancor più di una meteora, un flop ancora oggi difficilmente spiegabile. La Lazio ha pagato carissimo quell’unico anno.

Quella follia da 90 milardi

.

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