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**"FIAT Zic, Vanzic e Zicster: Tre Sorelle dell’Innovazione"**

notizia

2026-01-11 11:42:15



Tempo di lettura:


4


minuti

Il progetto

FIAT Zic

(Zero Impact Car) nacque su iniziativa del

Consiglio Nazionale delle Ricerche

(CNR) nell’ambito del progetto

“Materiali speciali per tecnologie avanzate”

, promuovendolo attraverso il

Centro Ricerche FIAT

(CRF) che stabilì una propositiva collaborazione con

Centro Stile Fiat

e

Istituto Europeo di Design (Centro Ricerche)

(IED) di Torino.

Della parte più tecnologicamente avanzata si occupò principalmente il CRF che gestì direttamente l’attività di otto unità operative specializzate in diversi campi e di ben 32 componentisti, fornitori di parti hardware e software avanzati. Il design invece venne curato dal Centro Stile Fiat in collaborazione con lo IED. L’obiettivo comune fu quello di dar forma pragmatica e funzionante ad una

vettura cittadina estremamente innovativa

dal punto di vista della

concezione, stile, struttura e materiali, secondo una spiccata vocazione alla sostenibilità ambientale

.

Possiamo dire che l’intera vettura parte da una struttura centrale che funge da spina dorsale per l’intero progetto, traendo concettualmente ispirazione dal mondo della natura, in particolare dalle foglie. All’interno di questo elemento centrale trova posto il

pacco batterie

, abbassando così il baricentro e centrando le masse, trovando al contempo una posizione vantaggiosa per l’intera organizzazione spaziale dell’abitacolo e dei volumi. Da questo elemento “germina” il resto del telaio in estrusi di alluminio, mentre il pianale è costituito da un leggero pannello in materiali compositi con struttura a “sandwich” parimenti resistente.

È chiaro come la leggerezza sia stato un’altro dei

concetti portanti del progetto

, a vantaggio di

minori consumi, prestazioni brillanti e maggior efficenza generale

, senza intaccare la sicurezza della vettura. Il motore elettrico montato al posteriore vicino agli assi delle ruote, è un’unità da 21,5 kW, ed offriva velocità massima di 100 km/h, autonomia di 230 km a 50 km/h costanti e di 170 km nell’uso urbano.

Avveniristica e reale

È chiaro come una tecnica del genere non potesse essere nascosta, ma anzi suggerisse l’approccio apposto; dunque

valorizzarla sfruttandone le inedite possibilità

. Facendo tesoro delle caratteristiche di maggior semplicità della trazione elettrica e dell’innovativo pianale a spina che ospita la batteria generando al contempo il resto del telaio, il

team guidato da Roberto Giolito

al Centro Stile Fiat organizzò interno ed esterno della

FIAT Zic

partendo da questi elementi tecnici, agganciandovi lateralmente i

sedili a guscio realizzati in magnesio

e facendoli diventare flottanti così da liberare spazio aumentando la sicurezza: normalmente durante un’urto le cinture di sicurezza tendono a tirare il passeggero verso l’esterno della vettura, in questo modo l’effetto e invece abbondantemente smorzato.

Sempre da questa organizzazione a spina (o foglia) parte il tunnel centrale, che ospita comandi e bocchette dell’aria, generando il cruscotto attraverso un

modellato estremamente morbido, raccolto e di chiara ispirazione naturale

(biodesign). La strumentazione è centrale, quasi “space age”; tutto all’interno è all’insegna dello spazio e della semplicità. Elementi molto particolari sono la pedaliera, la “ruota” per l’abbassamento dei finestrini anteriori (la Zic ha 2 porte) e l’incavo nella parte superiore della portiera per chiuderla.

Esternamente la

FIAT Zic

ha una profilo quasi monovolume, caratterizzato da una

fanaleria alta

che, anticipando quella della

Fiat Multipla

, sottolinea la linea di cintura integrando gli specchietti laterali. Spicca l’ampio parabrezza quasi “a bolla” che garantisce

ampia visibilità e luminosità

interna aumentando la percezione dello spazio, e la fascia paraurti che gira intorno alla vettura (oggi sottolineata dal colore giallo ma inizialmente in tinta oro come il resto dell’auto). Originali le maniglie ricavate direttamente dal pannello portiera realizzate, come il resto della carrozzeria in

pannelli a sandwhich di polimero composito

.

La parte forse più curiosa dell’intera automobile è il posteriore, la cui forma è frutto di due osservazioni tecniche che si traducono in un’estetica nuova: con l’intento di garantire la

massima efficienza del veicolo e dunque anche la sua vocazione al risparmio energetico

, cofano motore e lunotto avvolgente rientrano nella vettura, originando una forte angolatura che, da una parte fa risparmiare energia per il riscaldamento e raffreddamento della parte utile dell’abitacolo, dall’altra offre una

migliore resa aerodinamica

.

Con la Zic nascono le sorelle Vanzic e Zicster

A seguito di tutte le valutazioni tecniche, funzionali e stilistiche si è proceduto alla costruzione di due prototipi funzionanti, quello un tempo in tinta oro oggi esposto presso la collezione

Stellantis-FCA Heritage Hub

ed uno verde, realizzati con la partecipazione della

Carrozzeria Savio

e della

Cecomp

.

Fiat Zic

venne presentata nel 1995, dopo soli 24 mesi di ricerca e sviluppo destando curiosità e grande interesse.

Alla Zic si affiancò nel 1996 la

FIAT Vanzic

, una variante monovolume che seguì gran parte del ragionamento precedente, aggiornato e adattato con la possibilità delle

quattro porte ed una maggiore modularità interna

. Il modello è azionato da un motore elettrico, coadiuvato da un motogeneratore termico in grado di produrre a bordo parte dell’energia elettrica necessaria aumentando l’autonomia del veicolo fino a 200 km. Altra variante sempre nel 1996 fu la

FIAT Zicster

(da Zic + Spider = Zicster), ovvero la versione scoperta e nuovamente pura elettrica della

FIAT Zic

, munita di un tettuccio a conchiglia in tessuto rigido ripiegabile che si apre e chiude mediante una semplice cerniera. La

FIAT Zicster

ha forme inedite, quasi trapezoidali caratterizzate dalle superfici trasparenti oscurate che formano una sorta di “visiera”, che le donano una

maggiore dinamicità

, ulteriormente sottolineata dalla linea di cintura continua che suddivide il volume vettura. Anche

Vanzic

e

Zicster

sono conservate presso

Stellantis-FCA Heritage Hub

.

Sono tre sorelle spiazzanti quanto innovative, che oggi non sfigurerebbero nelle nostre difficili città in evoluzione; tre progetti che dimostrano ancora oggi l’incredibile capacità italiana di

fare vera innovazione mettendo insieme le energie migliori

. Ringraziamo

Roberto Giolito

per averci fornito informazioni e gentile disponibilità.

Autore: Federico Signorelli

L’articolo
FIAT Zic, Vanzic e Zicster. Tre sorelle nel segno dell’innovazione
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