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Il Partito e il suo "altro candidato": Giani in attesa, la conferma non arriva

notizia

2025-05-30 00:44:48

«Sicuramente, se
Schlein
avesse voluto confermare
Giani
, sarebbe già intervenuta per ufficializzare la sua candidatura». È questa la sintesi dell’aria che si respira tra i dem nei corridoi di Montecitorio. La scadenza per presentare i nomi in corsa alle prossime regionali si avvicina, e la Toscana resta uno dei fronti ancora aperti per il centrosinistra. Una data ufficiale in cui i cittadini verranno chiamati alle urne ancora non c’è, ma con la pausa estiva dei lavori parlamentari alle porte (inizia i primi di agosto e proseguirà fino ai primi di settembre)

un nome, almeno sulla carta, servirebbe entro fine luglio

. Dopodiché, come già è successo, la campagna elettorale proseguirà sotto gli ombrelloni. Un déjà-vu delle politiche del 2022. Ma in Toscana, la calma resta un miraggio. Prima il caso della sindaca di Prato,
Ilaria Bugetti
, che ha spinto i 5 Stelle a fare
un passo indietro
, mettendo in discussione il sostegno alla ricandidatura di Giani (che già di per sé era una novità, essendo i pentastellati all’opposizione). Poi, quando le acque sembravano essersi calmate con le dimissioni della stessa Bugetti,

ecco affiorare le tensioni interne al Pd

: riformisti da una parte, filoschleiniani dall’altra.

I dubbi di Elly

Alla base delle titubanze della segretaria del Pd ci sarebbe un timore preciso: l’incapacità di Eugenio Giani di costruire

una sintesi

con tutte le forze necessarie a

dare vita al campo largo

. Secondo i filo-Schlein, il problema affonda le radici nella natura stessa del “Giani 1”, nato su presupposti molto diversi. «Era un ballo politico differente: il Pd praticamente indipendente e autosufficiente, tant’è che ha ottenuto la maggioranza in Consiglio regionale, più il sostegno di Italia Viva», ribadiscono i dem. Il Movimento 5 Stelle, invece, all’opposizione. Ma ora che c’è stato un riavvicinamento tra Conte e Schlein a livello nazionale, la segreteria dem non vuole scontentare il suo principale alleato.

L’apertura dei 5 Stelle?

In realtà, però, dal movimento 5 stelle – almeno in un primo momento – c’erano le intenzioni di tentare un’alleanza. La stessa

Irene Galetti

, presidente del Gruppo M5S in Consiglio Regionale della Toscana e coordinatrice regionale del partito, pur mostrando una certa cautela, aveva ammesso che i 10 anni di opposizione – nonostante qualche ostacolo iniziale – si fossero rivelati

«costruttivi».

Soprattutto nell’ultimo periodo, perché i partiti del centrosinistra hanno trovato punti di contatto su temi importanti: dalla legge sul fine vita a quella sul turismo, fino alla legge sui consorzi industriali pubblici. E poi un’altra preoccupazione condivisa:

L’avanzare delle destre, che si stanno imponendo con forza

. Logico è che se ora si apre un problema nel Pd, ai 5 Stelle conviene anche cavalcarlo. D’altronde, restano pur sempre all’opposizione.

Un candidato vicino alla segretaria

Per molti, il vero nodo sarebbe un altro: tutti i candidati che il Pd si appresta a schierare alle prossime regionali – da Matteo Ricci nelle Marche ad
Antonio Decaro
in Puglia – appartengono all’area riformista, piuttosto distante dall’impostazione politica di Schlein. L’ipotesi, quindi, è che la segretaria voglia mettere in campo un nome più in sintonia con la sua linea. Un “suo” candidato.

«Si apre un problema»

Secondo i dem interpellati nei corridoi di Montecitorio, se il Pd confermasse Eugenio Giani come candidato, l’alleanza si farebbe «subito». «Magari con un nome diverso si può provare a costruire una coalizione – spiegano – ma qui c’è un presidente al primo mandato: se Giani dice di essere pronto a ricandidarsi, come fai a dirgli di no? Si apre un problema». «La partita sta per chiudersi: Giani è bravo, è ben voluto all’interno del Pd ed è pronto a ricandidarsi.

Cambiare ora significherebbe rischiare una spaccatura

» ribadiscono, e «Il pd vada convinto su Giani».

L’appello dei sindaci

Negli ultimi giorni, a rafforzare questa posizione, è arrivato anche un

appello firmato da 103 sindaci

a sostegno del governatore uscente. Un segnale che – secondo molti dem – dovrebbe spingere il partito a chiudere in fretta la partita. «Più passa il tempo, più è evidente che cresca il consenso attorno a lui», sottolineano. E tra i firmatari ci sono anche diversi amministratori dem vicini alla segretaria.

Sostegno della Cgil

A pesare c’è anche l’endorsement della Cgil. Il
sindacato
, guidato da Maurizio Landini, ha deciso di sostenere apertamente Giani. Un segnale tutt’altro che secondario, considerando che la segretaria dem negli ultimi mesi si è spesso avvicinata alle battaglie della Cgil (si pensi al referendum dell’8 e 9 giugno), finendo nel mirino dei riformisti, che l’accusano di «inseguire il sindacato».

Occhi puntati su Fossi

Ora c’è chi dice che gli occhi della segretaria dem siano puntati su

Emiliano Fossi

, deputato del Partito Democratico e segretario regionale del Pd Toscana. «Tutte interpretazioni dei giornali», taglia corto lui parlando con

Open.

«Cerchiamo di chiudere la questione». Ma quando gli si chiede se sarebbe disponibile a scendere in campo nel caso fosse Schlein a chiederlo, risponde: «Tutti esercizi di stile. Stiamo parlando di fantasia».

L’articolo
Pd, psicodramma in Toscana: il partito locale vuole Giani ma la conferma non arriva. E l’«altro candidato» si nega
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