Connect with us

Lavoro Usa: Sorpresa nei dati di giugno, cosa significa per i tagli della Fed?

occupazione

2026-02-13 07:22:45


Segnali positivi dal mercato del lavoro Usa

che accelera a sorpresa a giugno. Il Bureau of Labor Statistics statunitense ha appena pubblicato i tanto attesi dati sull’occupazione di giugno (eccezionalmente di giovedì per la festività di domani del giorno dell’Indipendenza) che mostrano una

crescita dei nonfarm payrolls superiore alle attese e un tasso di disoccupazione inaspettatamente in calo al 4,1%

.

Payrolls, disoccupazione e salari: i numeri di giugno

Stando ai dati appena diffusi, il rapporto sui nonfarm payrolls registra 147mila nuovi posti di lavoro nel settore non agricolo, un dato che si raffronta con le 106mila del consensus raccolto da Bloomberg e con i 144 mila di maggio (dato rivisto da 139mila).

Il tasso di disoccupazione, atteso in risalita al 4,3%, è invece sceso al 4,1% dal precedente 4,2%. A completare il quadro la crescita dei salari medi orari che si è attestata al +3,7% su base annua contro il precedente +3,9% (consensus a +3,8%), mostrando una crescita dello 0,2% su base mensile dopo il +0,4% di maggio.

La crescita del mercato occupazionale negli Stati Uniti ha superato le aspettative a giugno per il quarto mese consecutivo e il tasso di disoccupazione è sceso, regalando così la fotografia di un mercato del lavoro che “regge” nonostante il rallentamento dell’economia.

Fed e le prossime mosse sui tassi


Dati che finiranno dritti dritti sul tavolo della Fed, che tornerà a riunirsi il 28/29 luglio.

“I dati sull’occupazione contribuiranno anche a plasmare il dibattito tra i funzionari della Federal Reserve su quando riprendere ad abbassare i tassi di interesse”, sottolineano da Bloomberg.

Intanto il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ribadito che non c’è fretta di ridurre i tassi, almeno finché non ci sarà maggiore chiarezza sull’impatto dei dazi sull’inflazione. Le pressioni sui prezzi sono state finora contenute quest’anno. Il banchiere ha tuttavia dichiarato che, se il mercato del lavoro dovesse indebolirsi significativamente, sarebbe possibile tagliare i tassi prima del previsto.

Fed, nessun taglio prima di settembre?


I dati più solidi sull’occupazione negli Stati Uniti suggeriscono che la Fed non taglierà i tassi prima di settembre.

Ne sono convinti gli economisti di ING che scrivono:

“Un rapporto sull’occupazione di giugno, migliore del previsto, indica che la Federal Reserve non taglierà i tassi prima di settembre, nonostante le richieste del Presidente Trump e la posizione di due membri del Fomc (Chris Waller e Michelle Bowman) che hanno suggerito di poter votare per un taglio dei tassi già durante la prossima riunione in calendario a luglio. Tuttavia, gli altri membri del FOMC appaiono molto più cauti e i dati odierni indicano che non ci sarà alcun taglio dei tassi prima della riunione del FOMC di settembre, soprattutto considerando che i dazi sono destinati a far salire l’inflazione nei prossimi mesi”.

Con l’incertezza che ruota attorno all’inflazione,

la Fed avrà probabilmente bisogno di vedere segnali più chiari di debolezza

, sotto forma di una crescita contenuta degli occupati e di un aumento del tasso di disoccupazione, per innescare una mossa anticipata. Intanto, ING mantiene la previsione di tagli dei tassi di 50 punti base nel quarto trimestre, con ulteriori 75 punti base nel 2026.

“Il solido report sull’occupazione pubblicato oggi conferma la resilienza del mercato del lavoro statunitense, che resiste nonostante i segnali di indebolimento emersi in alcuni dei principali indicatori – afferma Simon Dangoor, head of Fixed Income Macro strategies di Goldman Sachs Asset Management -. Questo rafforzerà ulteriormente

la convinzione del FOMC di mantenere un atteggiamento attendista

, in vista di una possibile accelerazione dell’inflazione durante l’estate, ne uscirà ulteriormente rafforzata”.

Tuttavia, aggiunge Dangoor, continuiamo a intravedere la possibilità di una ripresa del ciclo di allentamento della Fed più avanti nel corso dell’anno, qualora l’aumento dell’inflazione in estate dovesse rivelarsi più contenuto del previsto, o l’indebolimento del mercato del lavoro superasse le soglie relativamente basse suggerite dal dot plot.

Click to comment

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *