L’economia del mare vale 216,7 miliardi in Italia, l’11,3% del PIL
Italia

2025-10-14 20:58:54
Con
232.841 imprese e 1.089.710 di occupati, l’Economia del mare in Italia genera un valore aggiunto diretto pari a 76,6 miliardi di euro,
che, se consideriamo il valore attivato nel resto dell’economia,
raggiunge i 216,7 miliardi di euro, pari all’11,3% del PIL nazionale.
Cresce il valore aggiunto diretto con un +15,9%,
pari a più due volte la crescita media italiana ferma al 6,6% e il peso dell’economia del mare sul valore aggiunto complessivo di
più di 1 punto percentuale rispetto a quanto rilevato dal XII Rapporto del 2024.
Il moltiplicatore di quest’anno resta stabile a 1,8. Ossia
per ogni euro speso nei settori direttamente afferenti alla filiera mare se ne attivano altri 1,8 nel resto dell’economia.
Aumentano anche gli addetti, c
on un aumento occupazionale del +7,7%
, più di quattro volte quello registrato nel Paese (+1,9%). Nel biennio 2022-2024 il numero delle imprese sale di +2% in controtendenza con l’economia nazionale che si attesta su un -2,4%.
Questa crescita sotto ogni punto di vista
emerge dal XIII Rapporto Nazionale sull’Economia del Mare
a cura di
Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare Ossermare, Centro Studi Tagliacarne – Unioncamere, Informare, Camera di commercio Frosinone Latina e Blue Forum Italia Network
, presentato il 9 Luglio pomeriggio a Roma presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy,
in apertura del 4° Summit Nazionale sull’Economia del mare Blue Forum.
Come ogni anno, l
a tredicesima edizione del Rapporto, punto di riferimento nazionale ed europeo nella definizione del valore della Blue Economy italiana
, ha messo sotto la lente di ingrandimento i diversi settori che compongono
la forza produttiva “blu”
: le filiere dell’ittica e della cantieristica, i servizi di alloggio e ristorazione, le attività sportive e ricreative, l’industria delle estrazioni marine, la movimentazione di merci e passeggeri, la ricerca, regolamentazione e tutela ambiente.
All’evento di presentazione,
aperto dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso,
sono intervenuti: il Presidente di Unioncamere
Andrea Prete
, il Presidente di Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina
Giovanni Acampora
, il Direttore Generale del Centro Studi Tagliacarne
Gaetano Fausto Esposito
e il Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare
Antonello Testa.
Andrea Prete, Presidente di Unioncamere,
ha sottolineato: “
La blue economy si caratterizza non solo per il contributo crescente allo sviluppo dell’intera economia nazionale, ma anche per la vivacità imprenditoriale. Tra 2022 e 2024 le imprese sono cresciute del 2% a fronte di una contrazione della base complessiva del 2,4%.
È anche una economia più inclusiva dal punto di vista territoriale, perché in termini di valore aggiunto complessivo (diretto e indiretto) incide nel Mezzogiorno per il 15,5% sul totale dell’economia
a fronte di un dato medio italiano dell’11,3%, malgrado al Sud ci sia una minore capacità di attivare gli altri settori della filiera rispetto al resto del Paese. A fronte di questi risultati si confermano le difficoltà nel reperimento della forza lavoro rispetto alle altre imprese, in particolare per le competenze di tipo tecnico e per quelle trasversali. Da ciò la tradizionale attenzione posta dal sistema camerale all’irrobustimento della delle filiere del settore e allo sviluppo delle risorse umane
”.
“Il nostro Rapporto nazionale”
– ha dichiarato
Giovanni Acampora, Presidente Assonautica Italiana, Si.Camera e Camera di Commercio Frosinone Latina
– “
è diventato il documento di riferimento del sistema mare italiano, perché offre un’analisi puntuale del valore e del peso dell’Economia blu del nostro Paese, che mettiamo a disposizione di tutti: operatori del settore, Istituzioni, associazioni, imprese e dell’intero cluster del mare. Si tratta di un elemento imprescindibile per dare la giusta importanza alla Blue Economy italiana e affermare la sua leadership nel contesto euro-mediterraneo, in linea con il lavoro che stiamo portando avanti per il nuovo Piano del mare 2026 -2028”.
Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne
, ha messo in luce che “
I dati indicano che è stato raggiunto il picco più alto dell’economia del mare a partire dal 2019. Anche il contributo della blue economy alla crescita del complesso dei beni e servizi prodotti in Italia è crescente nel tempo perché è passato dal 5,8% del 2021 all’attuale 9,5%. Tuttavia occorre considerare il forte clima di incertezza che caratterizza l’economia: se ci fosse un ulteriore aumento di circa il 30% dell’incertezza sperimentata fino ad ora ciò si potrebbe tradurre in una perdita per la blue economy di 1,2 miliardi quasi completamente concentrata nel turismo e nella logistica”.
Secondo
Antonello Testa, Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale sull’Economia del Mare OsserMare
: “
L’Economia del mare italiana conferma il suo trend di crescita superando i 216 miliardi di euro di valore aggiunto pari al 11,3% del PIL. I dati confermano la leadership dell’Italia in Europa, a differenza di quanto registrato dal EU Blue Economy Report 2025 che ci colloca al 4° posto come valore aggiunto dopo Germania, Spagna e Francia guardando a un perimetro diverso dal nostro.
La sfida dell’Italia si vince solo avendo la piena conoscenza dello scenario marittimo in cui ci muoviamo e della sua evoluzione in modo rapido e puntuale
ed è quello che noi istituzionalmente, insieme al Centro Studi delle Camere di commercio G. Tagliacarne – Unioncamere, facciamo da più di tredici anni”.
A impreziosire i lavori della giornata,
una tavola rotonda moderata da Roberta Busatto
con: Francesca Biondo – Presidente Osservatorio della Pesca, Francesco di Cesare – Presidente Risposte Turismo, Cetti Lauteta – Partner di The European House Ambrosetti, Alessandro Panaro – Head Maritime & Energy SRM e Luciano Serra – Presidente Centro Studi sulla portualità turistica di Assonat.
A
chiudere il confronto la Sen. Simona Petrucci, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per l’Economia del mare
.
