Lollobrigida e la bresaola: cosa ha detto in Aula e perché Boschi lo chiama "ex ministro della Sovranità alimentare"
notizia

2025-03-12 06:19:36
Durante il question time alla Camera di oggi, 9 luglio, il ministro dell’Agricoltura
Francesco Lollobrigida
ha difeso una proposta che, negli scorsi giorni, aveva già acceso un dibattito acceso nel mondo agricolo e politico: quella di
utilizzare carne bovina statunitense
per la produzione di
bresaola destinata esclusivamente all’export verso gli Stati Uniti
. Un’idea che, secondo il ministro, potrebbe rappresentare una soluzione pragmatica per superare il blocco all’import di salumi italiani bovini in vigore negli Usa dal 2001, a causa delle misure sanitarie post "mucca pazza".
Una strategia "win-win"
"L’export di bresaola verso gli Stati Uniti non è solo modesto: non esiste proprio", ha spiegato Lollobrigida. "Produrre bresaola con carne statunitense ci consentirebbe di entrare in un mercato oggi chiuso. È una proposta che ci hanno sottoposto gli stessi produttori". Secondo il ministro, si tratterebbe di un’operazione "a destinazione vincolata": la carne Usa verrebbe usata solo per prodotti destinati al mercato statunitense, senza impatti sul mercato interno europeo e senza violare i disciplinari dell’Indicazione Geografica: "Il rispetto dell’IG non verrebbe in alcun modo compromesso", ha assicurato, riferendosi ai regolamenti UE che disciplinano le produzioni tipiche. In Aula, Lollobrigida ha voluto anche legare la proposta a una visione geopolitica: "La bresaola è prodotta per l’80% con carni già provenienti dal continente americano. Probabilmente, approfondendo senza pregiudizi, potremmo rafforzare la competitività del blocco democratico occidentale, di cui UE e Stati Uniti sono pilastri fondamentali".
Gli sviluppi dei giorni scorsi: più soia e affettati per fermare i dazi
L’idea di usare carne Usa per la bresaola rientrerebbe in una strategia più ampia che il governo italiano starebbe esplorando per rispondere alla
nuova ondata di dazi minacciata dall’amministrazione Trump
. Lollobrigida, intervenuto nei giorni scorsi all’assemblea di Confagricoltura, aveva infatti già ampiamente parlato della necessità di costruire "un’offerta bilanciata", che prevedesse "maggiori importazioni da oltreoceano" (come carne bovina e soia) per ottenere in cambio l’apertura di mercati oggi bloccati per i nostri prodotti agroalimentari: "È un’idea di trattativa che stiamo codificando", aveva spiegato, "offrire qualcosa che gli americani vogliono, come più export di soia o carne, in cambio di uno stop ai dazi sulle nostre eccellenze".
La risposta delle opposizioni: "Altro che sovranità alimentare"
La reazione dell’opposizione in Aula è stata dura:
Maria Elena Boschi
(Italia Viva) ha ironizzato: "Saluto l’ex ministro della Sovranità alimentare, perché dopo questa risposta è chiaro che di sovranità non resta nulla. Forse Urso può cambiare il marchio Made in Italy con Made in Usa". Boschi ha anche sottolineato come il ministro non abbia fornito alcuna risposta concreta sui dazi, limitandosi a rilanciare una proposta divisiva e senza consultazione reale della filiera. "Il carrello della spesa è sempre più caro, gli stipendi calano, le accise restano, tra poco aumenteranno pure i pedaggi e l’Ocse sugli stipendi ci conferma fanalino di coda tra le grandi economie. Ma va tutto bene… nel fantastico mondo di Meloniland, un Paese immaginario. Peccato che la realtà sia molto diversa. E noi, il 16 luglio, saremo nelle piazze a raccontare quanto costa agli italiani questa incompetenza", ha concluso.
Critiche anche dal Partito Democratico:
Peppe Provenzano
ha attaccato l’ambiguità del governo, che da un lato parla di cooperazione euro-atlantica, dall’altro si oppone all’accordo Ue-Mercosur, che invece "garantirebbe fino a 7 miliardi di export in più". "Altro che bresaola americana", ha detto, "dobbiamo costruire ponti, non rincorrere i dazi di Trump con soluzioni improvvisate".
