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MotoGP | Taramasso: "Sachsenring lento ma impegnativo come Phillip Island"

notizia

2025-07-31 09:19:45

Si avvicina il momento della pausa estiva per la MotoGP, ma prima i team ed i piloti sono attesi da un ultimo "back to back", che si aprirà questo fine settimana al Sachsenring, dove il Gran Premio di Germania segnerà il giro di boa della stagione 2026, trattandosi dell’11° dei 22 appuntamenti in calendario.

Il tracciato della Sassonia ha un layout molto particolare, quasi unico, con ben 10 curve a sinistra ed appena tre a destra, una delle quali è la temutissima curva 11, che arriva dopo un lungo tratto che impone di stare piegati sull’altro lato. Ma ci sono anche continue variazioni altimetriche e curve con un po’ di banking. Caratteristiche che, pur essendo uno dei tracciati più corti e lenti del Mondiale, lo rendono tra i più insidiosi a livello di gestione degli pneumatici. Cosa che impone di utilizzare delle gomme specifiche, come ci ha spiegato il responsabile della Michelin, Piero Taramasso.

"A quanto sembra, guardando le previsioni meteo, anche al Sachsenring avremo delle temperature abbastanza basse, perché dovrebbe esserci nuvoloso. In ogni caso, abbiamo confermato in blocco l’allocazione dello scorso anno e la particolarità è che le gomme sono tutte asimmetriche, con la mescola più morbida sul lato destro. Anche le tre soluzioni anteriori, perché parliamo di una pista che ha solamente tre curve a destra", ha detto Taramasso a showminion.site.


E una di queste è la famigerata "Waterfall"…

"Sì, la curva 11, che è considerata tra quelle un po’ ‘traditrici’ del Mondiale, perché ci arrivi dopo aver passato tanto tempo in piega sul lato sinistro, e parliamo di una curva veloce, cieca ed in discesa. Tutte caratteristiche che la rendono un po’ il punto critico di questo circuito, anche se con queste gomme bimescola si vedono molte meno cadute e i piloti l’approcciano con molta più fiducia rispetto a 10 anni fa. A volte, i piloti ci dicono che queste soluzioni sono troppo morbide, che magari generano qualche movimento di troppo, ma noi preferiamo che sia così piuttosto che siano troppo dure, con il rischio di offrire poi troppo poco grip e poco feeling".


Alla luce di tutto questo, immagino che il saliscendi tedesco sia da considerare tra i più impegnativi del calendario dal vostro punto di vista…

"Io direi che è un circuito esigente come Phillip Island, anche se le velocità sono molto più basse. Però c’è questa estrema sollecitazione del lato sinistro della gomma, alla quale si oppone quella praticamente nulla sul lato destro. Il paradosso, dunque, è che bisogna cercare di controllare la temperatura sul lato sinistro, per evitare di iniziare a spinnare troppo, e invece di generarne sul lato destro, che tende a raffreddarsi. Quindi sì, le temperature saranno l’aspetto fondamentale da controllare anche questo fine settimana".


Avendo confermato le stesse soluzioni del 2024, quali potrebbero essere gli scenari in vista delle due gare del weekend?

"L’anno scorso il meteo era stato abbastanza buono, con la temperatura della pista che era stata tra i 35 ed i 40 gradi, e nella Sprint la maggior parte dei piloti avevano corso con la dura all’anteriore e la soft al posteriore. Per la gara lunga invece avevano confermato la dura anteriore ed erano passati sulla media al posteriore. Bisognerà vedere appunto quali saranno le condizioni climatiche di questo fine settimana, ma se ci saranno almeno una trentina di gradi sull’asfalto credo che si potrebbe andare verso una conferma di queste opzioni".


In caso di pioggia, in passato è capitato di vedere dei rivoletti che attraversano la pista e rendono le condizioni piuttosto insidiose…

"Essendoci tanto dislivello ed anche diverse curve che hanno una sorta di banking, ci sono effettivamente alcuni punti in cui si possono creare dei ruscelletti che attraversano la pista, ma già di per sé il grip non è eccezionale quando la pista è bagnata. In generale comunque la soft da bagnato si addice abbastanza a queste caratteristiche. E’ chiaro però che in caso di "flag to flag", questi rivoletti d’acqua possono essere molto insidiosi e rendono anche complicato capire il reale punto di crossover tra le gomme da asciutto e quelle da bagnato".


Facciamo un passo indietro ad Assen, dove c’è stata un’altra doppietta di
Marc Marquez
, ma il fattore dominante del weekend è stato soprattutto il meteo…

"Il freddo ci ha giocato contro, ma ce l’aspettavamo un po’, perché Assen è un circuito in cui puoi incontrare diversi tipi di clima nella stessa giornata. Cambia rapidamente, quindi è difficile stare dietro anche alle previsioni meteorologiche. Comunque sì, il freddo è stato un po’ il tema del weekend, specialmente nella giornata di venerdì. E quando si parla di freddo in tema gomme, parliamo di temperature al di sotto dei 25 gradi per quanto riguarda l’asfalto. Può sembrare una temperatura non così bassa, ma sotto questa soglia non è semplice far lavorare correttamente gli pneumatici".


Le condizioni più critiche, appunto, ci sono state proprio all’inizio del weekend…

"Venerdì è stata una giornata particolarmente difficile, perché c’era poca gomma in pista ed oltre all’asfalto freddo c’era anche il vento. All’inizio della mattina poi c’era stata anche un po’ di pioggia a peggiorare ulteriormente le condizioni, quindi praticamente per tutti c’è stata la scelta obbligata di cominciare a lavorare con la soft sia all’anteriore che al posteriore".


In particolare, nel turno del pomeriggio si sono viste un po’ di cadute…

"Qualche team ha voluto provare la media all’anteriore, però non c’erano le condizioni per farla funzionare, perché la pista non era ancora gommata e continuava ad esserci questo vento molto fastidioso. Questo ha portato anche a diverse cadute, ma ha aiutato a far capire a tutti che in queste condizioni era meglio andare con due gomme soft, che infatti poi è la combinazione che è stata portata avanti anche nella giornata di sabato, sia per le qualifiche che per la Sprint".


Fortunatamente, le condizioni sono migliorate un pochino per la giornata di domenica…

"Sì, è uscito un po’ di sole, c’era meno vento e in questo modo la pista si è scaldata subito. A questo punto la scelta per la gara lunga è stata di passare sulla dura all’anteriore e sulla media al posteriore, che era una combinazione che aveva funzionato molto bene anche nel 2024".


Alla luce di tutte queste difficoltà, che bilancio puoi tracciare del weekend olandese per quanto riguarda le gomme?

"Non ci sono stati record, ma credo che sia legato principalmente a queste condizioni della pista. Comunque le gomme hanno lavorato bene, perché sono state molto costanti e non ci sono stati particolari problemi di usura".


Da qualche gara a questa parte si è creata questa sorta di anomalia, passando da Gran Premi in cui venivano polverizzati tutti i record ad altri in cui il tempo di gara è molto più lento dell’anno precedente. E’ solo una questione climatica secondo te?

"Io credo che siamo arrivati un po’ al limite di tutto, delle moto, delle gomme e anche dei piloti forse. Però sono anche convinto che ricominceremo a vedere dei record quando le condizioni climatiche lo consentiranno. Se guardiamo alle gare più recenti, ad Aragon la pista era a 50 gradi. Al Mugello eravamo addirittura tra 55 e 60 e ad Assen invece c’era freddo. Queste sono tutte condizioni che non aiutano. Inoltre oggi è tutto talmente al limite che se buchi anche solo una sessione, non riesci a trovare il setting ideale per arrivare ad attaccare i record. Ma sì, io resto convinto che ne vedremo ancora".


Nella giornata di sabato c’è stata un po’ la preoccupazione che si dovesse correre con l’anteriore soft anche la gara lunga. Diversi piloti hanno parlato anche del fatto che forse ne sarebbe servita una in più. Nel caso voi sareste stati pronti a fornirla?

"No, perché non le avevamo lì ad Assen. Però, anche nel caso in cui ci fosse stato freddo, tutti i piloti ne avevano conservata una, quindi non ci sarebbero stati problemi. In cinque o sei, tra cui Quartararo, per esempio, per averne una nuova domenica hanno preferito iniziare la Sprint con una gomma che aveva già 3-4 giri. Si trattava di quei piloti che magari ne avevano utilizzata una in più già nella giornata di venerdì. Comunque diciamo che è un qualcosa che fa parte anche della strategia del weekend".


Due settimane fa c’è stato anche un primo test privato al Balaton Park, la nuova pista che tra un mese e mezzo ospiterà il Gran Premio d’Ungheria. Com’è andata?

"Faceva molto caldo quando abbiamo fatto il test, la pista era intorno ai 55 gradi. In pista c’erano i collaudatori e noi abbiamo proposto un’allocazione con tre anteriori e tre posteriore per vedere come si comportavano. Abbiamo avuto modo di vedere che tra il caldo e l’asfalto che è abbastanza abrasivo, è una pista abbastanza impegnativa, che mette parecchia energia sulle gomme. Per questo, in vista della gara abbiamo già deciso di eliminare le soluzioni più morbide per portare qualcosa di un po’ più duro, anche perché ad agosto potrebbe esserci ancora più caldo. Inoltre, i titolari solitamente sono anche un secondo più veloci rispetto ai collaudatori, quindi tendono a mettere gli pneumatici più sotto stress. In ogni caso, è stato un test positivo, che ci ha permesso di raccogliere dei dati importanti. Ci sono giusto due o tre curve nelle quali l’asfalto tende un po’ a sgretolarsi, come era già successo anche la prima volta che siamo andati Mandalika, ma ci hanno detto che dovrebbero rifarlo prima della gara".

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