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Pier Silvio Berlusconi: Il Tifo per il Genoa e il Figlio nella Boxe

Italia

2025-11-19 23:25:27

Nel 1990, quando

Pier Silvio Berlusconi

aveva solo 21 anni, arrivò un po’ per caso la prima figlia,

Lucrezia Vittoria

, che oggi ha 35 anni e che nel 2021 lo ha già reso nonno. Poi, dalla relazione stabile con

Silvia Toffanin

, l’amministratore delegato di

Mediaset

ha avuto altri due figli:

Lorenzo Mattia

, nel 2010, che quindi oggi ha 15 anni. E nel 2015

Sofia Valentina

, 10 anni. Che nelle vene della famiglia Berlusconi non scorresse davvero sangue rossonero lo si era intuito da tempo. Sia per la vulgata che voleva

Silvio interista

sin dalla nascita, e trasformatosi in milanista solo dopo aver acquistato il

Milan

nel 1986. Sia per il tiepido entusiasmo del figlio Pier Silvio nei confronti del pallone durante tutta l’epopea calcistica del club, da

Gullit

e

Van Basten

fino a

Ibrahimovic

.


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Anche più di recente, quando si trattò di prendere le redini del padre, dopo la sua morte nel giugno 2023, ai vertici del

Monza

, Pier Silvio Berlusconi fece capolino commosso sulle tribune del

Brianteo

nell’agosto 2023, ma in seguito, di concerto con la famiglia, diede immediato mandato di
smobilitare il costoso investimento nel

calcio

.

Il tifo per il Genoa perché la famiglia da sempre vive a Portofino

Il vero

tifo

è qualcosa di irrazionale, che prescinde dalle questioni di

portafoglio

e attiene invece alla sfera del cuore e degli affetti. E, spiegava Pier Silvio l’altra sera in un momento di relax dopo
la presentazione dei

palinsesti autunnali

di Mediaset
, «io e mio figlio Lorenzo siamo tifosi sfegatati del

Genoa

». Una passione nata dal fatto che la famiglia di Pier Silvio da sempre vive a

Portofino

, in

Liguria

. E lì si mastica o genoano o doriano, non c’è spazio per le cosiddette strisciate (Inter, Milan, Juve).

Il figlio sul ring? «Ci sono cose molto più pericolose della boxe»

C’è un legame fortissimo tra papà Pier Silvio e Lorenzo. E il numero uno di Mediaset sta praticamente affiancando il figlio come manager anche nella sua carriera di

boxeur

. «Qualcuno si sorprende e mi chiede come mai mio figlio faccia uno sport ritenuto pericoloso come la boxe. Ne abbiamo discusso pure in famiglia con Silvia. Ma andare in motorino, andare a cavallo, fare gare di

skateboard

anche nelle piscine vuote, tutte attività praticate in passato da mio figlio, è molto più pericoloso della boxe. Che, a mio avviso, è una disciplina pure molto formativa: quando sali sul

ring

, sei davvero solo con il tuo avversario, e devi cavartela con le tue forze».

Insomma secondo “Dudi” «è una scuola di comportamento. Insegna l’impegno quotidiano, il rispetto e la perseveranza. Gli

sport di combattimento

non sono violenti: il nemico non è rappresentato dagli avversari, ma dalle difficoltà della vita che impari ad affrontare attraverso il

sacrificio

. Senza sconti. Quindi, io sono felice che Lorenzo pratichi la boxe, in una palestra a

Rapallo

. La sua è una passione vera e mi dicono abbia anche del talento. Pure io ho boxato in passato, ma Lorenzo è di un altro livello».

L’obiettivo: rappresentare l’Italia alle Olimpiadi di Los Angeles 2028

E le ambizioni, per un boxeur che ha già vinto sei incontri ufficiali su sei (l’ultimo a fine febbraio al

Palasport

della

Fiera di Genova

), non sono proprio bassissime. Infatti, a settembre del 2025, Lorenzo dovrebbe lasciare le organizzazioni private e di professionisti alle quali aderisce ora «per unirsi alla

Federazione pugilistica italiana

, rientrando tra i

dilettanti

». Con un obiettivo preciso: difendere i colori italiani alle

Olimpiadi di Los Angeles 2028

, quando avrà 18 anni. «E sarebbe davvero un sogno».

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