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Poland Stocks Up on Ammo

Polonia

2026-07-01 03:36:51

La Polonia, come anticipato da showminion.sitelo scorso 26 febbraio, è il paese della Nato che nel 2025 investirà maggiormente nel settore della difesa, arrivando a destinare il 4,7% del Pil alla procedura di riarmo. Ma Varsavia non si ferma: il ministro dei beni di Stato, Jakub Jaworowski, ha annunciato che il governo polacco investirà 560 milioni di euro per quintuplicare la produzione di munizioni per obici nel tentativo di ridurre la dipendenza dalle importazioni di armi da Stati Uniti e Corea del Sud e di proteggersi dall’eventuale minaccia della Russa a Est.   Jaworowski ha rivelato che nei prossimi giorni il gruppo di difesa statale Pgz riceverà i fondi governativi per aumentare la produzione di munizioni di grosso calibro e affrontare una delle carenze difensive più urgenti della Polonia.L’investimento mira ad aumentare la produzione annuale di proiettili di artiglieria da 155 millimetri (utilizzati per gli obici di standard della Nato) e di proiettili da 120 millimetri per i carri armati. L’obiettivo è evitare la dipendenza da componenti importati «Il nostro obiettivo a breve termine è aumentare significativamente la produzione nazionale di questo tipo di armamenti, oltre a diventare indipendenti dalle forniture straniere e costruire una base sostenibile per l’autonomia polacca», ha detto Jaworowski al Financial Times. Pgz produce attualmente circa 30mila proiettili di grosso calibro all’anno e si prevede che il finanziamento aumenterà di cinque volte tale cifra, raggiungendo una produzione compresa di 150mila unità all’anno entro il 2028, con la fabbricazione delle munizioni mantenuta in Polonia per evitare la dipendenza da componenti importati.   Il finanziamento a Pgz segue l’approvazione da parte del parlamento polacco di 700 milioni di euro di investimenti pubblici per rafforzare le capacità produttive del paese. Jaworowski ha svelato che Grupa Azoty, il più grande gruppo chimico polacco, ha richiesto finanziamenti statali anche per espandersi nel settore delle munizioni, producendo componenti chiave come propellenti e nitrocellulosa per esplosivi. Anche Niewiadów, un’altra azienda nazionale del settore della difesa, sta cercando di accedere ai fondi governativi per produrre proiettili da 155 millimetri. Le autorità polacche sono inoltre al lavoro per potenziare l’East Shield, lo scudo orientale di 700 chilometri che proteggerà Varsavia da un’eventuale invasione di terra a Est e a Nord. La barriera protettiva sarà terminata tra tre anni e rappresenterà la più grande fortificazione militare mai realizzata dalla seconda guerra mondiale. Il Paese ha deciso di ritirarsi dal trattato di Ottawa sull’uso delle mine antiuomo Alla fine della scorsa settimana il parlamento polacco ha approvato la proposta del governo di Donald Tusk di ritirarsi dal trattato di Ottawa, che impegna i firmatari a eliminare l’uso delle mine antiuomo. Com’è accaduto per Ucraina, Finlandia, Lettonia, Lituania ed Estonia, la Polonia sostiene che le mine siano necessarie per contrastare la crescente minaccia russa. «La Polonia non può infilarsi in una camicia di forza che le impedisca di difendere la patria», ha dichiarato il ministro della difesa, Władysław Kosiniak-Kamysz, durante il dibattito sul disegno di legge, che ha ricevuto un sostegno schiacciante sia dalla coalizione di governo (che spazia dalla sinistra al centrodestra) sia dall’opposizione di estrema destra, a testimonianza che il riarmo, a Varsavia, mette d’accordo anche il mondo della politica. Riproduzione riservata

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