Quanto guadagna un rider all’ora? Lavoro, tutele e diritti in Italia
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2026-03-08 06:45:06
Negli ultimi anni, la figura del rider è diventata emblematica delle trasformazioni del mondo del lavoro. Nati come ciclofattorini occasionali, questi lavoratori si sono affermati come una componente stabile – e spesso invisibile – dell’economia digitale, in particolare nel settore delle consegne a domicilio. Il rider (o ciclofattorino) è una figura professionale che svolge consegne a domicilio, principalmente di cibo, per conto di piattaforme digitali. Il lavoro si svolge quasi sempre in bicicletta o motorino, seguendo le notifiche inviate da app come Glovo, Deliveroo, Just Eat, Uber Eats. Il rider riceve l’ordine tramite app, si reca al punto di ritiro (di solito un ristorante) e consegna al cliente. L’attività si basa su un sistema digitale gestito da algoritmi che definiscono turni, assegnazione delle consegne e percorsi. Leggi anche: Rider, dall’Inail tutte le informazioni sulle tutele assicurative Profilo socio-demografico del rider Secondo i dati di Banca d’Italia, risalenti al 2018 i rider in genere hanno questo profilo: Età media: 25 anni, molto inferiore rispetto a chi lavora nelle telecomunicazioni (35,7) o nei trasporti (35,5). Solo il 15,2% sono donne. Il 22,8% sono stranieri, contro una media nazionale inferiore al 10%. Il 18,4% è laureato. Questi dati mostrano come il profilo tipico del rider sia giovane, spesso non laureato e di origine straniera, impiegato in un lavoro temporaneo o per necessità. Leggi anche: Lavoro, contratto a chiamata per i rider Quadro normativo di riferimento dei riders, tutele e diritti In Italia, i rider operano prevalentemente con due forme contrattuali: il contratto di lavoro subordinato oppure quello di collaborazione autonoma. La disciplina nasce dal Decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, modificato dal D.L. 3 settembre 2019, n. 101 (convertito con modifiche nella Legge 2 novembre 2019, n. 128). Tale normativa distingue tra: lavoro subordinato (art. 2094 c.c.); collaborazione etero-organizzata (art. 2 D.lgs. 81/2015); lavoro autonomo tramite piattaforma (Capo V-bis, art. 47-bis e seguenti). Collaborazione etero-organizzata L’art. 2 definisce come “etero-organizzazione” quei rapporti “che si concretizzano in prestazioni di lavoro prevalentemente personali, continuative e le cui modalità esecutive siano organizzate dal committente, anche mediante piattaforme digitali”. In tali casi si applicano le tutele del lavoro subordinato, salvo che accordi collettivi nazionali prevedano regole diverse. Tuttavia, la sola presenza di questi elementi non comporta automaticamente la riqualificazione come lavoro subordinato. Lavoro autonomo tramite piattaforme Se l’attività non possiede i requisiti dell’art. 2, si rientra nel Capo V-bis (art. 47-bis e seguenti), che riconosce specifiche tutele minime ai lavoratori autonomi: Contratto scritto obbligatorio (art. 47-ter); Diritto all’informazione sulle condizioni applicabili e possibilità di ricorso all’Ispettorato (art. 47-ter, comma 2); Divieto di penalizzazioni per rifiuto dell’incarico (art. 47-quinquies); Tutela della privacy secondo GDPR (art. 47-sexies); Copertura INAIL e obblighi di sicurezza sul lavoro (art. 47-septies). Quanto guadagnano i riders Secondo la normativa, “In tema di compenso, viene demandata alla contrattazione collettiva la definizione di criteri di determinazione del compenso complessivo che tengano conto delle modalità di svolgimento della prestazione e dell’organizzazione del committente […] la retribuzione non può comunque essere parametrata esclusivamente sulle consegne effettuate, ma deve essere garantito un compenso minimo orario” (art. 47-quater). Il compenso percepito da chi lavora come rider dipende da numerosi fattori: il tipo di consegna effettuata, la piattaforma per cui si presta servizio e la città dove il servizio si svolge e, ovviamente (visto il pagamento a cottimo), dal numero di ore lavorate nel mese. La paga oraria media si aggira intorno ai 6,55 euro, secondo i calcoli di indeed.com datati 7 marzo 2025. Come viene pagato un rider: compenso a consegna o orario Il compenso principale è a cottimo, cioè per consegna effettuata. Dopo il DL 101/2019 è stato previsto un compenso orario minimo, purché il rider accetti almeno una consegna per ora. Just Eat ha introdotto un contratto da lavoratore dipendente con paga oraria fissa, ferie retribuite e TFR. Deliveroo e Glovo usano ancora contratti autonomi. Salute e sicurezza dei riders: rischi principali Nel Documento Tecnico della Regione Toscana, allegato alla delibera n. 665 del 13 giugno 2022 e redatto con l’obiettivo di supportare i datori di lavoro nella valutazione dei rischi, viene sottolineato come l’attività dei rider si svolga principalmente su strada, esponendoli a tutti i pericoli legati alla circolazione veicolare: dagli investimenti agli urti, fino agli impatti di varia natura. Tra i principali elementi che incidono su tale rischio figurano le condizioni del traffico urbano, spesso caratterizzato da elevata densità, percorsi caotici, incroci complessi o rotonde mal segnalate. A questi si aggiungono ulteriori fattori critici : la scarsa familiarità con il Codice della Strada o la segnaletica, l’eventuale presenza di barriere linguistiche e l’alta probabilità che il lavoro venga svolto nelle ore serali o notturne, quando l’illuminazione è ridotta e la visibilità minore. Un ulteriore elemento di rischio è rappresentato dalla necessità, per il rider, di consultare frequentemente il display del cellulare per controllare la correttezza del percorso. Se il mezzo non è dotato di un supporto dedicato, questa operazione può provocare momenti di distrazione durante la guida. A ciò si aggiunge il possibile squilibrio generato dallo zaino in spalla, soprattutto se molto carico, che può compromettere la stabilità del veicolo. Secondo quanto rilevato dall’Inail, tra il 2021 e il 2023 sono stati segnalati 1.337 infortuni sul lavoro riguardanti i rider del food delivery. Sette di questi casi si sono conclusi tragicamente, con la morte del lavoratore. “Basta scorrere le pagine di cronaca locale per verificare che le statistiche dell’INAIL sono sottostimate – ha commentato a marzo 2025 Roberta Turi, segretaria nazionale NIdiL CGIL – Sui media, tra il 2021 e il 2023, sono state pubblicate 12 notizie di rider che hanno perso la vita durante il lavoro (nel 2024 sono stati sette); spesso, l’incidente fatale interviene a fine turno, quando più pesa la fatica. Impossibile, invece, determinare con certezza la reale incidenza degli infortuni sul lavoro, perché non finiscono sui giornali, ma dal nostro osservatorio permanente emerge che il 60% di chi subisce un infortunio non lo dichiara e non lo denuncia all’INAIL”. Direttiva UE sul lavoro da piattaforma (aprile 2024) Il 24 aprile 2024 l’UE ha approvato una direttiva sul lavoro tramite piattaforme digitali. Il testo introduce una presunzione legale di subordinazione per tutelare meglio i lavoratori (come rider o freelancer), pur lasciando margine agli Stati per valutare caso per caso. Stabilisce anche nuovi obblighi per la trasparenza degli algoritmi, la protezione dei dati personali e il diritto dei lavoratori a ricevere spiegazioni umane sulle decisioni automatizzate. È parte del più ampio Pilastro europeo dei diritti sociali. Presunzione legale di subordinazione per chi lavora tramite piattaforma. Obbligo per gli Stati di garantire tutele minime, anche per gli autonomi. Focus su salute mentale e stress lavorativo, oltre che su sicurezza fisica. Per chi lavorano i rider: le piattaforme e il funzionamento operativo Il rider è solitamente impiegato nel settore delle consegne a domicilio, collaborando con piattaforme di delivery – in particolare nel campo della ristorazione – oppure lavorando direttamente per pizzerie, ristoranti o altre imprese che offrono un servizio di recapito ai clienti. Le piattaforme digitali per cui lavorano i riders I rider lavorano per piattaforme digitali come, tra le più note: Glovo Deliveroo Just Eat Uber Eats A queste si aggiungono altre piattaforme quali MyMenu, Moovenda, Rappi e altre. Queste aziende gestiscono gli ordini e la logistica tramite app. Il cliente effettua l’ordine e l’algoritmo seleziona il rider più adatto (in base a geolocalizzazione, disponibilità e ranking). Come funziona il lavoro del rider Il rider prenota uno slot orario o accede liberamente al sistema (free login). Riceve la proposta di consegna, con indicazioni su ritiro, consegna e compenso. Accetta o rifiuta tramite app. Il ranking (basato su puntualità, affidabilità, recensioni) incide sulla possibilità di ottenere turni migliori. La prestazione è scandita in modo rigido dalla piattaforma, che organizza tempi, modalità, luoghi e perfino il comportamento desiderato. Come pagano le piattaforme che si avvalgono dei riders? Sui rispettivi siti ufficiali, Just Eat, Deliveroo e Glovo descrivono così le modalità di retribuzione dei rider: Just Eat Secondo quanto riportato dai canali ufficiali, Just Eat riconosce ai propri rider: Retribuzione base oraria: 8,75 € lordi (7,75 € + 1 € di indennità per 13ª e 14ª). Rimborso chilometrico: Bici/e-bike: 0,06 €/km Scooter: 0,15 €/km Auto: 0,32 €/km Premio consegna (lordo): Bici/e-bike: 0,662 € Scooter: 0,769 € Auto: 1,05 € Deliveroo Deliveroo specifica che: Compenso minimo: ogni consegna è pagata in base al tempo stimato; il minimo garantito è di 10 € lordi l’ora, proporzionato se il tempo stimato è inferiore all’ora. Indennità integrative: previste maggiorazioni in caso di: lavoro notturno giorni festivi condizioni meteo avverse (dati Weatherkit) Le maggiorazioni previste sono: +10% se si verifica una sola condizione +15% se se ne verificano due +20% in caso di tutte e tre Bonus annuali in base al numero di consegne: 600 € al raggiungimento di 2.000 consegne altri 600 € a 4.000 consegne ulteriori 300 € a 6.000 consegne Glovo Glovo indica che, pur variando in base a numerosi fattori (extra, orario, quantità di ordini, condizioni meteo), in Italia il compenso minimo per un corriere è di 10 € per ogni ora lavorata. riproduzione riservata
