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Un pianeta che si autodistrugge (e non è la Terra): il mistero di HIP 67522 b

Scienza planetaria

2025-11-24 08:26:51

HIP 67522 b è

un giovane pianeta gassoso

che orbita così vicino alla sua stella,
una nana gialla della costellazione del Centauro
, da esercitare sulla stessa un’influenza inaspettatamente forte e, alla fine, autodistruttiva: diversamente da quanto accade sulla Terra, dove il declino della vita è spinto dal cambiamento climatico indotto dall’uomo, su HIP 67522 b

la fine del pianeta

è guidata dall’energia che questo gigante gassoso, delle dimensioni di Giove, accumula durante la sua rapida e

ravvicinata rivoluzione

.

HIP 67522 b completa infatti un’intera orbita in appena 7 giorni attorno alla sua stella, a una distanza che è

quasi sette volte inferiore quella di Mercurio

dal nostro Sole: in questa sfacciata vicinanza, l’energia raccolta durante l’orbita riesce a perturbare le intense linee del campo magnetico della stella, innescando

potenti brillamenti nella sua direzione

. L’intensità di questi brillamenti è sei volte superiore a quella che riceverebbe altrimenti e sta progressivamente spazzando via la sua atmosfera, causando

una perdita di massa continua

.

Secondo gli astrofisici che hanno ottenuto la prima prova diretta di questo

fenomeno del tutto nuovo

, HIP 67522 b sta perdendo così tanta massa da diventare, nell’arco i 100 milioni di anni, un pianeta molto più piccolo di Nettuno. I dettagli delle osservazioni che hanno portato alla scoperta dell’interazione che sta causando l’auto-distruzione di HIP 67522 b sono stati pubblicati
un nuovo studio su

Nature

.

L’auto-distruzione del pianeta HIP 67522 b: lo studio su Nature

Il pianeta HIP 67522 b in orbita attorno alla nana gialla HIP 67522 sta scatenando

la sua auto-distruzione

, perturbando le intense linee del campo magnetico della sua stella, fino a

indurre potenti brillamenti

nella sua direzione. In base alle osservazioni degli scienziati, HIP 67522 b innesca un brillamento

una volta ogni uno o due giorni terrestri

, ricevendo sei volte più radiazioni di quante ne riceverebbe se non esercitasse alcuna influenza.



A questo ritmo, HIP 67522 b è destinato

dimezzare la durata della vita della sua atmosfera



ha affermato
Ekaterina Ilin, astrofisica presso l’Istituto olandese di radioastronomia (ASTRON), che ha guidato lo studio sul sistema HIP 67522 pubblicato su

Nature

.

Insieme ai colleghi, Ilin ha notato che i brillamenti della stella HIP 67522 sembravano essere

sincronizzati con il periodo orbitale

del pianeta a lui più vicino: in particolare, analizzando i dati raccolti da due telescopi spaziali,
il TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite)
della NASA e
il CHEOPS (Characterizing Exoplanet Satellite)
dell’Agenzia spaziale europea, il team ha rilevato che questi brillamenti erano “


migliaia di volte più energetici

di qualsiasi cosa il nostro Sole possa produrre

”.

In totale, i ricercatori hanno osservato che l’influenza di HIP 67522 b ha innescato un totale di 15 brillamenti stellari. “


È la prima volta che vediamo un pianeta influenzare

la sua stella ospite, ribaltando la nostra precedente ipotesi secondo cui le stelle si comportano in modo indipendente

– hanno aggiunto gli studiosi – .

Non solo HIP 67522 b sta innescando brillamenti, ma li sta anche innescando nella sua stessa direzione, venendo bombardato da così tante radiazioni ad alta energia che

non sono certamente di buon auspicio

per il pianeta stesso

”.

Trattandosi di un fenomeno completamente nuovo, i dettagli di questa interazione stella-pianeta

non sono ancora del tutto chiari

. “

Ma ci sono due cose che ritengo siano le più importanti da fare adesso

– ha spiegato l’astrofisica – .

La prima sarà misurare le diverse lunghezze d’onda (Cheops copre lunghezze d’onda dal visibile al vicino infrarosso, ndr) per scoprire

che tipo di energia viene rilasciata in questi brillamenti

. Il secondo passo sarà trovare e studiare altri sistemi stella-pianeta simili, passando da un singolo caso a un gruppo di 10-100 sistemi, affinché gli astronomi teorici abbiano qualcosa su cui lavorare

”.

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